Sulla giustizia del lavoro

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Riprendiamo il dibattito sulla “Giustizia del lavoro”, animato sulle pagine di Repubblica grazie all’associazione nazionale “Comma 2 –  lavoro è dignità”, che ha lo scopo di promuovere e coordinare iniziative di politica giudiziaria e di confronto con gli altri soggetti che operano nel settore del diritto del lavoro. Con i colleghi giuslavoristi abbiamo rilevato l’attuale grave problema della ineffettività dei diritti dei lavoratori nelle aule di giustizia visto che negli ultimi anni si è incrementato in modo anomalo il numero dei rigetti dei ricorsi. Di più, le sentenze sfavorevoli al lavoratore sono quasi sempre accompagnate da pesanti condanne alle spese processuali, con effetto disincentivante per il ricorso al giudice.

Ci siamo interrogati e continueremo a farlo su quanto sta accadendo nelle aule di giustizia. Nei Tribunali di Verona, Venezia, Gorizia, Vicenza, Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli, Salerno, Avellino, Locri ed altri è emerso che il rigetto delle domande dei lavoratori ha assunto punte elevate che si aggirano intorno al 70% – 80%: siamo di fronte ad un fenomeno patologico, a meno che non si voglia supporre che negli ultimi anni i diritti dei lavoratori siano stati sempre perfettamente rispettati.

La Magistratura del lavoro, costretta a dare priorità ai criteri della rapidità delle definizioni e del maggior numero possibile di sentenze rispetto a quello della qualità, ha inevitabilmente dovuto semplificare l’approccio con i diritti negati e ciò non poteva che avvenire a detrimento della parte debole del rapporto, cioè del lavoratore, nonostante la Costituzione collochi il lavoro al centro del suo impianto di valori. Gli orientamenti culturali e sociologici oggi imperanti, volti alla soddisfazione ad ogni costo del profitto e alla tutela delle ragioni macroeconomiche, sembrano schiacciare gli interessi e i diritti del lavoratore ed anche, necessariamente, gli spazi a disposizione del difensore. In questo momento, triste e difficile per l’intera comunità mondiale mortificata e messa alle strette dal virus, occorre ribadire con forza che il progresso non può prescindere da  sicurezza, libertà e dignità del lavoratore e che il vero ritorno alla situazione pre-Covid va identificato nel recupero del rispetto della Costituzione.

Il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli

Avvocato Antonio Tafuri

Associazione Giuslavoristi – Comma2

Avv. Giuliana Quattromini

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