
A Pisa la bandiera palestinese ha sventolato sul campanile più famoso del mondo durante un blitz di una quindicina di aderenti ai movimenti antagonisti
Migliaia di studenti sono scesi oggi in piazza per difendere il diritto all’istruzione e per affermare la loro vicinanza alla resistenza palestinese.
Le iniziative di lotta hanno toccato oltre quaranta città italiane, nel giorno dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil, e sfociata anche in momenti di rabbia.
A Torino la tensione è salita alle stelle quando il corteo ha tentato di deviare il percorso e i manifestanti hanno lanciato uova e bottiglie contro le forze dell’ordine che hanno risposto con una cariche e manganelli.

Sempre nel capoluogo piemontese, tre giovani a volto coperto hanno dato fuoco a una bandiera d’Israele e durante il corteo è stato bruciato un manifesto elettorale dell’assessore regionale Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia. Un gesto accompagnato dallo slogan in stile Anni Settanta: “Marrone fascista sei il primo della lista”.
Imbrattate, inoltre, le sagome di Giorgia Meloni e del leader israeliano Benjamin Netanyahu. “Questo è il rosso del sangue che Israele sta versando sterminando il popolo palestinese”, ha detto uno degli organizzatori al megafono aggiungendo: “L’Italia è complice delle stragi volute da Israele”.
La presidente del Consiglio nel mirino anche a Bologna dove alcuni manifestanti hanno incendiato la sua foto assieme a quella della segretaria dem Elly Schlein, del sindaco Matteo Lepore e di Netanyahu. A Milano, invece, sono state prese di mira dal lancio di palloncini pieni di vernice le vetrine di negozi e banche in centro.
Mentre a Pisa la bandiera palestinese ha sventolato sul campanile più famoso del mondo durante un blitz di una quindicina di studenti aderenti ai movimenti antagonisti che hanno fatto irruzione all’interno della Torre, superando i controlli.
A Firenze, invece, manifestanti per la Palestina hanno bloccato le porte d’accesso alla cupola del Brunelleschi e hanno impedito ai turisti di entrare.
“Povertà educativa e sionismo. Tutto merito vostro. Stop genocidio e stop riforma” è stato lo striscione che ha aperto la manifestazione di Napoli.
Corteo pacifico a Roma dove gli studenti hanno sfilato da Piramide al ministero dell’Istruzione.
In tanti indossavano la kefiah e qualche ragazza il velo. “Se non cambierà l’intifada pure qua” uno degli slogan della protesta a cui hanno partecipato anche diversi giovani arabi.
Cori contro la premier, contro la Cgil e contro il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che, proprio al termine della giornata, ha parlato di adesione “molto bassa” allo sciopero nella scuola. “Si configura il clamoroso insuccesso dell’iniziativa di alcuni sindacati – ha aggiunto – Andiamo avanti sulla strada delle riforme”.
Soddisfatta della mobilitazione l’Unione degli Universitari.
“Oggi abbiamo manifestato in almeno 44 città” ha sottolineato la coordinatrice Camilla Piredda. “Manifestazioni studentesche così capillari non si vedevano da tempo – ha aggiunto – Il Governo è stato bocciato, deve rendere conto che questa legge di Bilancio è uno schiaffo agli studenti e ai giovani. Pretendiamo che il Governo modifichi la finanziaria, stanziando nuove risorse su istruzione e diritto allo studio“