Studenti bendati davanti al Ministero.”Aprite gli occhi, la Didattica a distanza non funziona”

L’iniziativa di lotta in seguito al caso della studentessa di Verona

Un gruppo di studenti ha promosso un presidio di lotta davanti la sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere a Roma per contestare la didattica a distanza. I ragazzi, indossavano delle bende rosse sugli occhi e hanno mostrato uno striscione con scritto: “Aprite gli occhi, la didattica a distanza non funziona”.

Con il presidio di lotta promosso dalla Rete degli Studenti Medi e dall’Unione degli Universitari, i giovani hanno voluto dare un segnale dopo la vicenda della studentessa di Verona bendata durante una interrogazione.
Si tratta solo – dichiara Federico Allegretti, coordinatore della Rete degli Studenti Medi – di un’ordinaria storia di didattica a distanza Da inizio anno riceviamo testimonianze simili. E’ la conseguenza di un sistema di valutazione inteso spesso e volentieri solo in ottica punitiva“. “Dopo un anno in cui le nostre scuole sono state soggette ad aperture e chiusure continue, con una didattica a distanza che ha mostrato ormai tutti i suoi limiti, una richiesta come quella rivolta alla studentessa di Verona è umiliante: la didattica a distanza non può essere una scusa per azioni intimidatorie“. 

Gli studenti hanno ancora una volta voluto ribadire che “la dad non funziona, dopo un anno così – sottolinea ancora Allegretti – siamo stremati. E’ indispensabile riaprire le scuole e farlo in sicurezza, adottando misure di prevenzione e di tracciamento efficaci e affrontando una volta per tutte il nodo del trasporto pubblico, che è centrale. La nostra formazione e la nostra salute mentale sono state messe a dura prova, l’allontanamento forzato dalle nostre aule e l’isolamento ci hanno privati della socialità e del nostro diritto a poter studiare senza ostacoli. Bisogna riaprire le scuole, consapevoli di tutte le difficoltà del caso, ma anche del fatto che i mali endemici che la affliggono non scompariranno con uno schiocco di dita“.

Dopo quello che è successo a Verona nei giorni scorsi, abbiamo deciso di manifestare di fronte al Ministero dell’Istruzione: la DAD così non funziona, non è questa la scuola che vogliamo – evidenziano ancora i ragazzi – Le nostre scuole sono state chiuse per la prima volta più di un anno fa: da allora la didattica a distanza ha mostrato tutti i suoi limiti. La studentessa costretta a bendarsi durante un’interrogazione a Verona è stata vittima anche e soprattutto di un sistema di valutazione inteso solo in senso punitivo, per cui la sfiducia e la caccia ai “furbetti” vengono al primo posto, anche se la nostra formazione e la nostra salute mentale sono più compromesse che mai. Abbiamo bisogno di tornare a scuola in presenza, di farlo in sicurezza e di trovare al nostro ritorno una scuola diversa e migliore: ne va del nostro futuro!”

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest