Strage stazione di Bologna, lo Stato depistatore promette verità dopo 41 anni

Solita retorica solenne alla commemorazione dell’eccidio del 2 agosto 1980, ma resta l’inaccetabile scempio di giustizia

Dopo 41 anni in cui si è visto di tutto, dai depistaggi al permanere del segreto di Stato, sulla strage alla stazione di Bologna arrivano promesse e caute aperture. Scontato è doveroso restare scettici, dopo tanto scempio di verità e giustizia. Ieri si è svolta la rituale – e ormai surreale – commemorazione per le vittime del 2 agosto 1980. L’eccidio più sanguinoso dell’intera storia repubblicana.  A Bologna c’era la guardasigilli Cartabia. Nel suo messaggio per la cerimonia, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parla dell’impegno “di uomini dello Stato, sostenuti dall’esigente e meritoria iniziativa dell’Associazione tra i Familiari delle vittime”, che “ha portato a conclusioni giudiziarie che hanno messo in luce la matrice neofascista della bomba”. Per Mattarella, “non tutte le ombre sono state dissipate e forte è ancora, l’impegno di ricerca di una completa verità. La Repubblica ha saputo respingere la strategia di questi criminali, difendendo i principi di civiltà” un classico discorso alato, da solenne celebrazione. La verità resta lontana, le ombre ancora enormi. Con l’individuazione dei soli esecutori materiali – peraltro contesta da molti, e non solo a destra – e l’intollerabile mancanza dei “mandanti a volto coperto”. In oltre 4 decenni, uno scandalo indicibile. Uno dei tanti, peraltro, nella saga dei misteri d’Italia. A Roma il premier Mario Draghi firma una direttiva per desecretare la documentazione su Gladio e sulla la loggia massonica P2. Secondo alcuni, anche da quegli atti potrebbe venire luce sulle stragi. Cauta, a dir poco, la reazione di Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto 1980. La notizia è “in sé è positiva. Ora però vogliamo vedere cosa desecretano e come…”. Perfino il presidente della Camera, Roberto Fico, sbotta in Aula: “Il persistere di ombre, ipotesi non chiarite e congetture è inaccettabile non soltanto per le vittime e per le loro famiglie, ma per uno Stato di diritto come il nostro”. Nel 1980 aveva 6 anni. Probabilmente invecchierà senza veder sparire quelle ombre.

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