Indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli
Pesanti accuse a carico della società Sider Recuperi che a San Tammaro in provincia di Caserta raccoglieva da aziende compiacenti una quantità di rifiuti ferrosi di gran lunga superiore alla soglia autorizzata, senza che se ne conoscesse la provenienza, “ripulendo” poi il materiale con documentazione contraffatta; il tutto con passaggi di danaro non tracciati. I carabinieri del Noe di Caserta hanno arrestato e posto ai domiciliari su ordine del Gip di Napoli il titolare dell’azienda, mentre per altre sette persone è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; i militari hanno anche sequestrato l’impianto di trattamento dei rifiuti e due autocarri. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha svelato un traffico illecito che alla Sider Recuperi ha permesso di guadagnare in poco tempo somme importanti, oltre 175mila euro. Il sistema, a quanto è emerso, “conveniva” a tutti: le aziende che conferivano nell’impianto della Sider risparmiavano sui costi di smaltimento, visto che conferivano quantità superiori rispetto a quelle dichiarate, pagando costi ovviamente inferiori rispetto a quelli ufficiali; nell’impianto venivano dunque conferiti rifiuti non tracciati, che potevano provenire da qualsiasi tipo di lavorazione. Dal canto suo la Sider ripuliva il rifiuto con documentazione falsa, emettendo fatture con dati non veri o formulari con i quantitativi incamerati e smaltiti di molto inferiori a quelli effettivi. I carabinieri, attraverso pedinamenti, hanno scoperto l’ampiezza del traffico, con numerose ditte, anche non autorizzate al trasporto di rifiuti ferrosi, che conferivano in nero alla Sider Recuperi; quest’ultima non svolgeva alcun controllo sulla regolarità del conferimento. Una volta ripulito, il rifiuto andava in qualche altro impianto, a qualche fabbrica o veniva rivenduto a privati acquirenti.