Referendum e ingerenze, dall’Ocse endorsement al Sì. Financial Times: “Se vince il No fallite 8 banche”

Poteri forti all’assalto: l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico auspica un voto favorevole per le riforme- Il quotidiano finanziario: “”Fino a 8 delle banche italiane che versano in stato di difficoltà rischierebbero di fallire se il presidente del Consiglio Matteo Renzi perdesse”

Un doppio assist al Sì per il referendum costituzionale, nel solco di un assedio dei poteri forti. Arriva dall’Ocse e (di nuovo) dal Financial Times. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico auspica un voto favorevole per le riforme che “rappresenterebbero un passo in avanti, dato che semplificherebbero il processo legislativo e chiarirebbero la suddivisione di responsabilità tra Stato e amministrazioni locali che ha intralciato gli investimenti pubblici e privati”. Il quotidiano della grande finanza invece si incarica si seminare ancora panico nel caso in cui non dovesse passare la la legge Renzi-Boschi. “Fino a 8 delle banche italiane che versano in stato di difficoltà – annuncia il Ft – rischierebbero di fallire se il presidente del Consiglio Matteo Renzi perdesse il referendum costituzionale del prossimo fine settimana e se le successive turbolenze di mercato scoraggiassero gli investitori dal ricapitalizzarle”. L’allarme scaturisce dall’opinione di funzionari e banchieri interpellati su tale scenario. “Renzi, che dice che lascerà se perderà il referendum – si legge sul Ft – ha sostenuto una soluzione di mercato per risolvere i problemi di un sistema bancario da 4 mila miliardi di euro ed evitare una ‘risoluzione’ per le banche italiane, nell’ambito delle nuove regole Ue, che farebbe perdere voti”. Le banche otto banche a rischio citate dal Ft sono: una grande (Monte Paschi), tre medie (Popolare Vicenza, Veneto Banca, Carige), e le quattro piccople banche che sono già state salvate nei mesi scorsi (Banca Etruria, Carichieti, Banca delle Marche e Cariferrara). “Nel caso di un voto No e di un’uscita di Renzi – sostiene il quotidiano – , i banchieri temono una protratta incertezza durante la creazione di un governo tecnico. Mancanza di chiarezza su di un nuovo ministro dell’Economia potrebbe prolungare il nervosismo sulle banche italiane. Le banche italiane hanno più che dimezzato il loro valore quest’anno a causa delle preoccupazioni sui crediti”.

 

 

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