Omicidio Ciro Esposito, la Cassazione conferma: 16 anni a De Santis

L’ultrà romanista sparò al tifoso napoletano poco prima della finale di Coppa Italia a Roma, nel maggio 2014. Il giovane morì quasi due mesi dopo in ospedale

Omicidio di Ciro Esposito, si scrive l’ultima pagina. La Cassazione conferma la condanna a 16 anni di reclusione nei confronti dell’ultrà romanista Daniele De Santis, colpevole dell’assassinio del giovane tifoso napoletano. Un omicidio consumato a Roma, prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina-Napoli, il 3 maggio 2014. Ciro Esposito fu sparato durante i tafferugli scoppiati a Tor di Quinto, ma non morì subito. Spirò in ospedale dopo quasi 2 mesi di agonia, il 24 giugno. A ricorrere alla Suprema Corte era stato l’imputato, contro il verdetto di appello che gli aveva già ridotto la condanna da 26 a 16 anni di carcere.

 

“Volevo la verità, e l’ho avuta – commenta Antonella Leardi, madre della vittima-: non mi interessa quanti anni si fa De Santis, ma solo che siano state definite le sue responsabilità”. E aggiunge Angelo Pisani, legale della famiglia di Ciro Esposito: “Finalmente oggi è stata messa la parola fine a questo calvario giudiziario. Non ci può essere soddisfazione né ci riporterà in vita Ciro Esposito, però è una sentenza che può essere da esempio per il mondo del calcio, colpito da questo crimine così come la famiglia Esposito e l’intera città di Napoli”.

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