Napoli, striscione contro la Nato davanti alla sede del consiglio comunale. Attivisti: “ieri siamo stati pestati dalla polizia”

I manifestanti hanno richiesto una presa di posizione del consiglio comunale

Un gruppo di attivisti che ieri hanno protestato la scelta dell’amministrazione comunale di Napoli di concedere il Teatro San Carlo per celebrare i 75 anni della Nato, questa mattina hanno tentato di entrare nel palazzo del consiglio comunale in via Verdi ma sono stati fermati all’ingresso dalle forze dell’ordine

I manifestanti hanno issato uno striscione contro la Nato e richiesto una presa di posizione del consiglio comunale contro la violenza ingiustificata e ingiustificabile della polizia. Gli attivisti hanno intonato cori contro il sindaco Gaetano Manfredi, dicendo “abusivo” e “hai le mani sporche di sangue”.

Ieri, a Napoli, “non ci sono stati scontri, ci sono stati pestaggi” – hanno affermato gli attivisti della Rete Studentesca per la Palestina – siamo stati picchiati dalle forze dell’ordine per non farci avvicinare al Teatro San Carlo, dove era in corso un concerto in occasione dei 75 anni della Nato


Il bilancio si attesterebbe in “sette nostri attivisti feriti, teste aperte e sanguinanti, punti in testa, fratture a braccia e dita”, hanno denunciato i manifestanti, esibendo i segni delle lesioni. “È questo – hanno aggiunto – il sapore della democrazia nell’epoca meloniana. È questo il trattamento riservato dal Governo a chi chiede la pace e la fine del genocidio. Questo quello che succede a chi osa criticare la Nato, un’organizzazione di armi e guerra“.


Secondo i manifestanti “è gravissimo quello che è successo”, sottolineando che tre degli attivisti sono stati colpiti alla testa, mentre altri sono finiti in ospedale con contusioni e sospette fratture. “Studenti che pacificamente volevano avvicinarsi al teatro San Carlo per far sentire la propria voce rispetto alla scelta di celebrare nel piu prestigioso teatro della città la Nato, la più micidiale e mortale macchina bellica del mondo con milioni di morti tra Iraq, Afghanistan, ex Jugoslavia. E ciò – hanno detto ancora – proprio nel momento in cui il sostegno al genocidio di Israele nella striscia di Gaza e il confronto sempre piu armato con la Russia dell’altro guerrafondaio Putin spinge tutta l’Europa su un piano inclinato verso la guerra”. “Il sindaco di Napoli, la Questura e la Prefettura ci devono spiegare – hanno concluso i manifestanti – se è ‘normale’ quello che è successo sulla più affollata strada della città. Al sindaco Manfredi chiediamo il perchè della scelta di consegnare il principale teatro cittadino a una cupa celebrazione della guerra e del militarismo

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