Napoli, Rione Sanità: la zia ha gettato l’acido addosso alle due sorelle

La donna è stata sottoposta al fermo di polizia giudiziaria

 

E’ a una svolta l’indagine sulle due sorelle di 24 e 17 anni, ustionate con l’acido la notte tra domenica e lunedi da sei persone tra cui tre ragazze entrate in azione in sella a tre scooter all’una di notte in corso Amedeo di Savoia, nel rione Sanità , a Napoli. Gli uomini della Squadra mobile di Napoli, infatti, hanno stretto il cerchio su una delle donne del gruppo, probabilmente proprio colei che ha gettato l’acido addosso alle due giovani. Ha 22 anni ed è la zia delle due sorelle sfregiate con l’acido.

La donna si è recata in Questura per dichiarare di essere stata lei l’autrice dell’insano gesto, che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi per le nipoti. E’ stata ascoltata per molte ore dal pm Giulia D’Alessandro, della sezione ‘Fasce deboli’ della Procura di Napoli, in presenza del suo avvocato. Lei ha risposto e non ha potuto negare dinanzi le prove evidenti rappresentatele. Il reato di “deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti del viso” le viene contestato in concorso.Un reato che prevede pene tra 8 e 14 anni di reclusione. La donna è stata sottoposta a fermo di polizia giudiziaria.

L’attenzione degli investigatori si concentrerà  ora sulle altre persone che hanno preso parte all’agguato.


Si avvia dunque verso una soluzione-lampo un caso che aveva destato preoccupazione e innalzato l’allarme sociale: l’ultimo di una serie di episodi di criminalità  che saranno domani al centro di una apposita riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Non era la prima volta che le due ragazze erano finite nel mirino. Il primo avvertimento lo avevano ricevuto tre settimane fa, quando le fiamme hanno avvolto la loro Smart. La circostanza, ritenuta il campanello d’allarme di una querelle che aveva preso una brutta piega, è emersa dalle indagini della polizia, le quali hanno pure evidenziato come i social abbiano avuto un ruolo determinante nell’esacerbare gli animi.

Il quadro si è fatto con il passare delle ore più chiaro e le ipotesi formulate a caldo poco dopo l’aggressione hanno ceduto il passo alla convinzione che tutto abbia avuto origine nell’ambito di una vicenda sentimentale, anche se non inquadrata in un tradimento.

Gli inquirenti hanno passato al setaccio i profili social delle persone coinvolte nell’aggressione che ha costretto le due giovani, una delle quali madre di una bimba, a ricorrere all’intervento dei sanitari del reparto “Grandi ustioni” dell’ospedale Cardarelli. Ascoltate anche parecchie persone (molte delle quali familiari e parenti delle vittime) ritenute dagli investigatori a conoscenza dei fatti e che hanno risposto alle domande del pm negli uffici della Questura.

Le attività   sui social di una delle due ragazze si sono interrotte domenica scorsa, intorno alla mezzanotte e circa un’ora prima dell’aggressione: l’ultimo post, delle 23.58, è stato pubblicato per commentare una sorta di proverbio – “Peggio della bugia che ha le gambe corte, c’è l’invidia che ha la lingua lunga” – con una frase costellata da emoticon che lascia trapelare la sussistenza di una querelle: “lingua lunga ma di bugie… precisiamo”. Un’ora dopo, intorno all’una di notte, è scattata l’aggressione.

Altro post dello stesso tenore dell’ultimo, la giovane l’ha pubblicato nel tardo pomeriggio di domenica (“quello che odiano di te è perchè manca a loro“) e anche questo sembrerebbe riconducibile a una querelle di tipo sentimentale. Fa riferimento a presunte “malelingue”, invece, quello pubblicato, sempre domenica scorsa, per commentare un altro detto (“La gente vive di cattiveria, soffre di invidia e sputa veleno”): “Sputano veleno perchè c’è tanta m… nella loro vita”, ha scritto la ragazza sul suo profilo social

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