
La giuslavorista Giuliana Quattromini: “I verbali di conciliazione si sono trasformati in plotoni di esecuzione dei lavoratori”
Due lavoratrici di Terme di Agnano, la società di proprietà del comune di Napoli, hanno respinto l’atto transattivo proposto dall’azienda, avallato dall’amministrazione comunale di Palazzo San Giacomo che prevedeva riduzione del 50 per cento del salario e il demansionamento pena i licenziamenti. Le due lavoratrici sono le prime di una lista di oltre venti dipendenti che prestano attività lavorativa nella struttura flegrea dichiarate in esubero. Un atto transattivo capestro presentato dall’amministratore Massimo Grillo nel corso di una riunione della commissione provinciale di conciliazione che si è tenuta presso l’ispettorato del lavoro. Significativa la dichiarazione di Daniela Lampognara, dipendente delle Terme, inserita in verbale: “Non accetto la proposta, ritengo che sono stati messi in atto comportamenti vessatori e discriminanti che violano i diritti dei lavoratori, mi riservo di attivare ogni iniziativa opportuna alla Procura della Repubblica”. Le due lavoratrici sono da tempo in cura presso strutture pubbliche di psicopatologia del lavoro. Isolamento, vessazioni, umiliazioni continue hanno prodotto pesanti effetti dirompenti sul loro stato psico-fisico.

Nelle prossime ore arriveranno le lettere di licenziamento. Lettere di licenziamento legittimate dal silenzio-assenso del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Un sindaco che si è sempre vantato di non avere avallato esuberi nelle aziende partecipate. Ancora una volta il governo cittadino di Napoli ha avallato le manovre e le scelte politiche e aziendali degli amministratori delle aziende partecipate che mettono in discussione le leggi e i diritti dei lavoratori tentando di far passare atti transattivi e verbali di conciliazione che offendono la dignità dei lavoratori. A quanto pare, l’ente di piazza Municipio e le sue aziende non hanno tratto nessuna lezione dalle recenti sentenze del Tribunale del Lavoro in favore dei lavoratori di Napoli Servizi e Napoli Sociale che hanno denunciato l’imposizione di verbali di conciliazione sotto il ricatto dei licenziamenti.

“I verbali di conciliazione vengono utilizzati come plotoni di esecuzione contro i lavoratori e le lavoratrici – denuncia Giuliana Quattromini, avvocato giuslavorista – E’ gravissima la legittimazione politica dell’amministrazione comunale, inaudito, irresponsabile il ruolo passivo assunto dalla commissione di conciliazione e dall’ispettorato del lavoro che dovrebbero svolgere un ruolo di controllo e di vigilanza”. Tace il sindaco Luigi de Magistris. Tacciono gli assessori competenti. Tacciono gli esponenti della cosiddetta sinistra paladina dei diritti e della giustizia sociale. Tacciono i sindacati Cgil, Cisl e Uil di categoria, sempre più consociativi e lontani anni luce dai problemi reali delle persone. “La dignità non ha prezzo – afferma Daniela Lampognano – Ho intenzione di presentare formale denuncia alla Procura della Repubblica e di impugnare qualsiasi provvedimento coinvolgendo il Tribunale del lavoro”.
Ciro Crescentini