Napoli: Il Comune nega il Parco Camaldoli ai cittadini, sedici custodi inattivi

 

Si mobilitano le associazioni civiche del territorio

L’amministrazione comunale di Napoli continua a lasciare nel completo abbandono il  Parco Urbano dei Camaldoli. Un milione di metri quadrati di macchia mediterraneo negato ai cittadini, ai bambini, agli anziani. Il Parco Urbano dei Camaldoli è stato istituito nel 1980 e sorge nella parte più alta della città, nel 1996 è stato aperto al pubblico e ha tre ingressi. Il Belvedere offre uno scorcio panoramico su Napoli, il Vesuvio e l’Eremo. Stamattina si è svolto un presidio di lotta davanti agli ingressi.

L’iniziativa è stata promossa dal WWF e dall’Associazione Napoli Area Nord. Il Parco è chiuso a causa dei soliti giochetti, teatrini politici. Gli esponenti dell’amministrazione comunale di Napoli sostiene che si sarebbe verificato un dissesto a un vecchio impianto idraulico scaricando le responsabilità sull’Ente Parco delle Colline Metropolitane e la Regione Campania. L’ente di Palazzo San Giacomo, in poche parole, chiede al governo regionale di  erogare risorse che permettano al  Comune, di provvedere alla gestione e alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Il consigliere comunale Andrea Santoro sostiene, invece, che la chiusura del parco è dovuta alla carenza di personale, di custodi. “Emergono gravissime responsabilità del governo cittadino – sottolinea Santoro – Ben sedici custodi comunali sono  collocati presso una struttura sportiva comunale di Capodimonte, risultando inattivi.  Potrebbero  essere valorizzati e utilizzati per la gestione del Parco. Purtroppo, l’amministrazione comunale conferma inettitudine e incapacità”. Duro il giudizio di Mattia Rosario Rusciano, presidente dell’Associazione Napoli Area Nord. “troppi giochetti e speculazioni politiche sul Parco dei Camaldoli. Ora basta. Subito dopo la pausa estiva attiveremo iniziative di lotta per l’apertura immediata del Parco nell’interesse collettivo dei cittadini” – sottolinea Rusciano.

                                                                                                               Ciro Crescentini

 

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