Libia, rapiti due operai italiani e un canadese

Il sequestro a Ghat, nella regione meridionale del Fezzan, a pochi chilometri dal confine con l’Algeria. Gli ostaggi sono dipendenti della Conicos, che ha condotto i lavori di manutenzione della pista dell’aeroporto cittadino

Due italiani sono stati sequestrati oggi insieme ad un cittadino canadese nella città libica di Ghat, nella regione meridionale del Fezzan, a pochi chilometri dal confine con l’Algeria. Si tratta di Danilo Calonego di Sedico (Belluno), che lavorava in Libia dal ’79, e Bruno Cacace, 56 anni, residente a Borgo San Dalmazzo (Cuneo). La Farnesina è informata di questa vicenda e fin da questa mattina e sta seguendo gli sviluppi insieme alle altre articolazioni dello Stato. Secondo quanto riferisce il sito libico “el Wehda”, i tre sono operai di una azienda italiana, la Conicos, che ha condotto i lavori di manutenzione della pista dell’aeroporto della città di Ghat (nella foto l’interno dello scalo). Un funzionario locale Qumani Mohammad Saleh ha riferito che al momento non è ancora chiaro il gruppo che ha eseguito il sequestro né la località in cui sarebbero stati nascosti i tre ostaggi. Il sequestro non è stato rivendicato da alcun movimento o gruppo terroristico della zona. La regione del Fezzan è amministrata dal governo di accordo nazionale di Tripoli riconosciuto dalla comunità internazionale.

 

I RAPITORI HANNO APERTO IL FUOCO – Uno dei componenti del consiglio municipale di Ghat ha riferito al sito Masrawy.com che i tre ostaggi “sono stati prelevati da un gruppo di uomini che erano a bordo di due auto. I rapitori hanno aperto il fuoco contro di loro e poi li hanno prelevati”. Ha aggiunto che “l’autista che accompagnava i tre è stato trovato con le mani legate in una zona desertica”. La fonte sarebbe stata proprio l’autista abbandonato dai sequestratori.

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