La ‘strana’ vicenda della stazione metropolitana di Brooklyn

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

In questi ultimi due mesi l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale è tutta rivolta al conflitto bellico tra Russia e Ucraina. D’un tratto è sparita l’emergenza sanitaria che per due anni ha monopolizzato masse di dormienti, in particolare, quelle appartenenti all’emisfero occidentale o, comunque, al cosiddetto Primo Mondo, lasciando spazio al nuovo “incubo” di milioni di lobotomizzati. A questo giro, il protagonista del Truman Show in cui da più di due anni siamo costretti a vivere tutti noi, coscienti e dormienti, è, come ho accennato al principio, la “guerra”. I media generalisti, al servizio dei globalisti, hanno sostituito le terapie intensive con le trincee ucraine e sostituito il “nemico invisibile”, il corona-virus, con un’intera nazione, la Russia.

 Ma il copione ideato dai signori di Davos per realizzare i loro tirannici piani, l’ Agenda 2030, ha come scenografia l’intero globo, ovvero, si recita contemporaneamente su più fronti ed ha come protagonisti la maggioranza dei capi di stato occidentali: Emmanuel Macron, Justin Trudeau, Ursula Von der Leyen, Andrés Manuel López Obrador, Mario Draghi, Pedro Sánchez, Volodymyr Zelensky, e ovviamente, John Biden.

   Uno di set principali di questa grande tragicommedia, che ha come spettatrice inconsapevole buona parte dell’umanità, sono gli Stati Uniti, il cuore di tutte le operazioni del Deep State finalizzate all’edificazione del Nuovo Ordine Mondiale. Ma in questi anni di “pandemia” il gigante nordamericano ha dato non pochi grattacapi a Bill Gates, George Soros e compagnia: a differenza degli europei, gli statunitensi si sono mostrati restii ad accettare le misure liberticide imposte da alcuni stati federali durante l’emergenza sanitaria. In molti casi, la proteste cittadine hanno costretto i governi locali e anche quello centrale a rinunciare, per il momento, ai loro piani di controllo sociale sull’intera popolazione.

  Ma che cosa ha impedito ai globalisti di accelerare il loro progetto tirannico anche negli Stati Uniti? La risposta a questa domanda risiede in buona parte nel secondo emendamento della loro Costituzione, ovvero, in quel passo oramai famoso che sancisce il diritto di ciascun cittadino ad armarsi in difesa della propria libertà e che recita così: “Essendo necessaria, alla sicurezza di uno Stato libero, una milizia ben regolamentata, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto.”. So bene che tirare in ballo questo tema farà storcere più di un naso, ma lo scopo di questo articolo non è né la sua apologia né la sua critica. In altri termini: mi asterrò da qualsiasi giudizio morale, limitandomi all’analisi degli accadimenti e delle loro probabili cause.

   Partiamo dai fatti. Martedì 12 aprile, intorno alle 8:30 del mattino, all’arrivo nella stazione di Sunset Park della metropolitana di Brooklyn, un afro-americano di 62 anni,  Frank James, armato di una pistola Glock 9 millimetri, ha iniziato ad aprire il fuoco contro i passeggeri del vagone su cui viaggiava causando ventinove feriti. L’uomo, che indossava una maschera antigas ed il tipico gilet arancione del personale tecnico, si è poi dato alla fuga approfittando del caos seguito alla sparatoria. L’attentatore è stato arrestato dopo una caccia all’uomo durata 40 ore: fermato da due agenti a Manhattan, mentre camminava per le strade dell’East Village come se nulla fosse, al momento dell’arresto James non ha opposto resistenza.

  Come è facile immaginare, i fatti di Brookliyn hanno sollevato non pochi interrogativi, alimentati anche dalle infelici dichiarazioni del capo della polizia della Grande Mela, la femminista Keechant Sewell, la quale, subito dopo l’arresto dell’attentatore, si è affrettata a dichiarare che il caso non sarebbe stato trattato come un atto terroristico, suscitando così non poco stupore nell’opinione pubblica. Le affermazioni della Sewell, infatti, si discostano dalla definizione stessa di  “terrorismo” nonché dal senso comune della società: con quale altro fine, infatti, si può sparare in una stazione della metro se non per infondere terrore?

    Ma al di là di possibili deduzioni di buon senso, sono molte gli aspetti della sparatoria di Sunset Park che non tornano: perché James ha sparato indiscriminatamente? Perché, pur avendo esploso così tanti proiettili 9 millimetri in uno spazio così stretto e compatto, qual è il vagone di una metropolitana, non è riuscito ad assassinare nessuno dei passeggeri? Veramente la sua intenzione era quella di uccidere o voleva solo creare il panico? E perché, nonostante la presenza di migliaia di telecamere di sorveglianza, l’autore della sparatoria ha potuto allontanarsi tranquillamente dalla stazione ed evitare la cattura da parte della polizia per più di un giorno?

   Proverò a dare delle risposte a questa serie di domande attraverso un’ipotesi su quanto accaduto la mattina del 12 aprile nella stazione di Sunset Park del distretto di Brooklyn e, soprattutto, su ciò che si cela dietro quello che il mainstream ha liquidato rapidamente come il gesto sconsiderato di un folle. 

   Innanzitutto, va chiarito chi è veramente l’autore della sparatoria e come si è procurato l’arma con cui ha attuato. Il sessantaduenne Frank James è un militante del Partito Democratico statunitense, lo stesso del presidente Biden, il quale, insieme al suo gabinetto, lo ha definito un malato mentale. Ebbene, questo presunto squilibrato non ha agito armato di una gost gun, un’arma fantasma, priva di numero di serie e fatta con pezzi montati a casa, acquistabili online, come ha falsamente dichiarato il governo statunitense: la 9 millimetri del “folle” James era registrata a suo nome ed era stata acquistata tre mesi prima in un’armeria del Connecticut.

   Ma non è tutto. Fino al giorno della sparatoria questo “folle” signore ha potuto usufruire liberamente del suo canale Youtube, Prophet oftruth88, attraverso il quale ha postato molteplici video in cui si proclama “profeta del destino” e minaccia di morte l’intera umanità. Mentre milioni di utenti della rete sociale subiscono quotidianamente la censura dai giganti della Sillicon Valley solo per esprimere idee contrarie al pensiero unico globalista, Frank James ha potuto pubblicare per mesi filmati in cui annuncia i suoi deliranti piani senza mai subire alcuna sospensione o men che minima limitazione. In una delle clip questo militante “progressista” afferma esplicitamente di averne passate tante, di aver subito molte angherie nella sua vita, e di aver voglia di impugnare un arma ed ammazzare quanta più gente possibile.

  Sembra però che queste minacce siano state prese sottogamba non solo da Youtube, ma anche dalle stesse autorità federali, sebbene gli siano giunte almeno quattro segnalazioni relative al comportamento alquanto temerario di questo soggetto, tra cui quella dell’agenzia in cui ha affittato il furgoncino che ha utilizzato per realizzare l’attentato. Alla polizia di New York, a cui si erano rivolti per denunciare James, i suoi impiegati hanno infatti raccontato che l’uomo era armato e sembrava fuori di se e che quando hanno cercato di parlargli ha afferrato con violenza le chiavi del veicolo, ha lasciato i soldi sul bancone dell’agenzia ed è uscito frettolosamente. Dunque, nonostante le denunce, l’antiterrorismo statunitense non ha fatto nulla per detenere James, il che suonerebbe alquanto sorprendente se non ci fossero già dei precedenti in tal senso. Infatti, come direbbe il premio Pulizter Glenn Greenwald, che ha investigato sugli intrighi politici che da sempre coinvolgono quest’agenzia governativa: non sarebbe la prima volta che l’FBI, pur identificando un potenziale terrorista, invece di approfondire le indagini sul suo conto e, se è il caso, arrestarlo, lascia che  realizzi il crimine affinché si installi nella società quel senso di insicurezza favorevole al governo per imporre misure liberticide come lo spionaggio massivo e le limitazioni ai diritti politici.

  In altri termini, la sparatoria alla stazione di Sunset Park sarebbe l’ennesimo esempio della strategia della tensione, che l’intelligence statunitense perpetra da più di settanta anni all’esterno, ma anche all’interno dei propri confini nazionali al fine di spaventare gli abitanti delle cosiddette “democrazie liberali”, inclusi gli USA, e renderli acquiescenti verso i provvedimenti politici che il Deep State detta alle loro marionette, la maggioranza dei governi nazionali, con lo scopo di ridurre progressivamente le libertà fondamentali dei loro cittadini facendone, di fatto, i futuri schiavi del Nuovo Ordine Mondiale.

  Come ho premesso al principio, la mia è solo un’ipotesi; eppure, oltre alle argomentazioni già fornite a suo favore, ce n’è ancora una che non ho affrontato e che rende l’ipotesi di “auto terrorismo” ancora più che plausibile. Nel riportare la notizia relativa ai fatti di New York del 12 aprile i media generalisti hanno tralasciato l’aspetto più rilevante dell’accaduto: il sincronismo tra il folle attacco alla metropolitana di Sunset Park e l’annuncio della Casa Bianca di nuove limitazioni al secondo emendamento.

  Il giorno prima della sparatoria, infatti, il presidente John Biden ha annunciato una nuova regolamentazione al possesso di armi da fuoco. Secondo le dichiarazioni dell’inquilino della Casa Bianca, il motivo di questa nuova iniziativa è quello di frenare la proliferazione delle gost gun, la stessa tipologia d’arma che, solo poco ore dopo l’attacco, alcuni membri del suo governo hanno falsamente spacciato come quella utilizzata da James durante la sparatoria. Nella conferenza stampa di annuncio del nuovo provvedimento Biden ha affermato che chiunque, incluso un terrorista, può acquistare online il kit di un’arma fantasma, montarla e commettere un crimine. Da qui la  necessità  che anche le gost gun siano dotate di un numero di serie che consenta di rintracciarle in tutto il Paese. Il provvedimento prevede, inoltre, una serie di requisiti per l’acquisto di qualsiasi tipi d’arma, tra cui quello di non avere antecedenti penali, i quali saranno aggiornati nel corso degli anni.

   In altre parole, si tratta del primo passo verso l’annichilimento del secondo emendamento. Come prevedibile, nel giro di qualche anno tale diritto costituzionale sarà precluso non solo a chi ha commesso reati gravi, come omicidio, furto a mano armata o stupro, ma anche a chi, ad esempio, ha commesso una semplice infrazione stradale, che negli Stati Uniti è già considerata un antecedente penale, fino ad arrivare ad un perfetto monopolio statale delle armi, che è di fatto l’obiettivo dell’oligarchia statunitense, ovvero, di una delle fazioni più influenti del gruppo di Davos.

   Sia chiaro: chi scrive non ho alcun pregiudizio nei confronti dell’amministrazione nordamericana, ma questa iniziativa sembra spinta più dalla smania di controllo sociale del Deep State che dalla reale volontà di proteggere la comunità politica statunitense. Suona infatti alquanto ipocrita e falso tale proposito del governo Biden dato che il principale pericolo per l’incolumità dei suoi cittadini viene proprio dalle istituzioni. Negli USA, la percentuale di omicidi prodotti da arma da fuoco, più del 60%, sono frutto della violenza di stato, ovvero, provocati dalla polizia, che quasi sempre resta impunita. Inoltre, gli Stati Uniti continuano ad essere il principale esportatore di armi al mondo: sono 96 i paesi, più della metà in Medio Oriente e in Africa, che incrementano costantemente il loro arsenale con armi prodotti dal superpotenza nordamericana. Il numero di clienti del Military-Industrial Complex include, ovviamente, anche dittature sanguinarie che utilizzano queste armi per reprimere le popolazioni civili.

    Ma a rendere ancora più sospetta questa iniziativa di Biden e della sua vice, Kamala Harris, è la vera regia che si cela dietro quest’ambizioso piano anti-arma. Come riportato dalla pagina web della Casa Bianca, tra i suoi patrocinatori figurano la Microsoft Corporation di Bill Gates e la Open Society Foundations di George Soros, ovvero, due degli artefici e sostenitori economici dell’ultima farsa mondiale: la “pandemia”. Durante i due anni di “emergenza sanitaria” i piani di tirannia globale di questi due signori e dei loro amici di merenda del Word Economic Forum di Davos hanno incontrato nel secondo emendamento della Costituzione statunitense uno dei principali ostacoli.

   Se ancora non fosse chiaro: a rallentare l’avanzata di una tirannia globale dominata da folli oligarchi con deliri di onnipotenza non sono state né la resilienza di chi si opposto pacificamente al loro progetto, né le molteplici manifestazioni di piazza viste durante i due anni di stato d’eccezione globale, ma la possibilità del popolo nordamericano di potersi armare per difendere la propria libertà e la resistenza di parte della popolazione mondiale ad abbandonare la moneta reale in cambio della virtuale.

  I globalisti sanno bene che fino a quando non riusciranno a piegare la popolazione della principale economia mondiale, gli Stati Uniti, e ad imporre una moneta unica virtuale che consenta un controllo sociale alla cinese a livello globale, il loro progetto di dominio assoluto non potrà realizzarsi. Il Nuovo Ordine Mondiale progettato dai Rockefeller, dai Rothschild, dai Gates, dai Soros e dagli altri pochi padroni dell’economia globale prevede individui inermi e privi di beni materiali: schiavi che in cambio della mera sopravvivenza, elargita sotto forma di credito sociale o reddito universale, accettino qualsiasi tipo di ricatto (l’obbligo vaccinale è solo il preludio alla società del controllo prevista da questi signori). Ma tutto ciò gli è impossibile fino a quando nel mondo ci saranno individui e popoli, come quello statunitense, disposti anche ad armarsi pur di difendere la loro libertà da uno Stato che non è Stato, ma solo un’accozzaglia di lacchè al soldo di folli criminali.

Antonio Sparano

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