La proposta lanciata in un convegno di alcune settimane fa. Il procuratore Cafiero De Raho: “Troppi episodi di contiguità, serve un albo pubblico per chi amministra i beni sottratti alle mafie”

REGGIO CALABRIA – L’estate che si è appena conclusa, almeno per quanto indicato dal calendario gregoriano, ce la ricorderemo, purtroppo, per le diffuse secchiate d’acqua che i VIP hanno voluto infliggersi per sollecitare, così, la solidarietà nei confronti degli ammalati di Sla. Come è andata a finire lo sappiamo bene, tanta pubblicità ma  poco denaro concesso in beneficenza. Durante questa strana estate, però, sono venute fuori anche delle proposte importanti, e tutte provenienti dalla Calabria. La prima idea l’ha lanciata il PM Pierpaolo Bruni (nella foto) durante un convegno agostano in quel di Melissa, nel crotonese, e che riguarda “l’estensione del 41 bis – la detenzione con il carcere duro – a tutti i detenuti appartenenti alla criminalità organizzata, perché per i boss proprio questo strumento si è rilevato il più incisivo”. Uno Stato che non compie trattative, quando si trova dinanzi un esercito militarmente organizzato, deve utilizzare tutte le armi che il sistema democratico gli consente di adoperare per sconfiggere l’avversario. La seconda proposta, invece, giunge da Federico Cafiero  de Raho, l’attuale procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, che a seguito dell’arresto di ben 24 persone realizzate dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Reggio Calabria,  accusate di associazione mafiosa, infiltrazione nella gestione di discariche e di controllo di imprese già sottoposte a sequestro grazie alla complicità di un amministratore giudiziario, ha invocato che giunga immediatamente alla realizzazione di un albo pubblico che possa regolamentare l’iscrizione dei manager che poi dovranno amministrare i beni sotto posti a sequestro e confisca.  Oramai non si contano più gli episodi che hanno visto manager amministrare beni sottratti alla criminalità con leggerezza. Atteggiamenti che spesso addirittura superano quella linea così sottile che ci fa sprofondare nella contiguità mafiosa.  De Raho e Bruni sono stati chiari. La politica ascolterà?

Pietro Nardiello

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