
16 gli imputati tra cui la sorella e la nipote dell’esponente politico, Fiorella Garnero e Silvia Garnero, e l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro.
Il ministro del Turismo Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio dalla gup Anna Magelli per false comunicazioni sociali in merito al caso Visibilia, una delle società del gruppo da lei fondato.
Il processo comincerà il 20 marzo davanti al Tribunale di Milano: 16 gli imputati tra cui la sorella e la nipote della ministra, Fiorella Garnero e Silvia Garnero, e l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro.
L’inchiesta è partita dalle denunce di alcuni soci di minoranza, tra cui l’imprenditore Giuseppe Zeno e altri piccoli azionisti, sulle presunte irregolarità nei conti della società.
Il prossimo 29 gennaio, intanto, la Cassazione dovrà decidere sulla competenza tra Milano o Roma sul caso in cui Santanchè è accusata di truffa aggravata ai danni dell’Inps per la vicenda che riguarda sempre la società Visibilia e la cassa integrazione durante il periodo del Covid.
La senatrice di Fratelli d’Italia, inoltre, è anche indagata per bancarotta dopo il fallimento di Ki Group srl. Interpellata più volte sull’argomento, la ministra ha sempre dichiarato di non avere nessuna intenzione di dimettersi per un rinvio a giudizio anche se, di recente, aveva sottolineato che in caso di processo il suo mandato era “a disposizione del presidente del Consiglio”.
Con il provvedimento della giudice Magelli “è stato confermato quello che abbiamo sempre sostenuto”, ossia “che certe operazioni di bilancio non fossero corrette”, dice Giuseppe Zeno, uno dei piccoli azionisti tra le tre parti civili nel procedimento. “Quella di oggi non è una vittoria. Sarò soddisfatto quando rivedrò indietro i miei soldi. Abbiamo perso tra i 350mila e i 400mila euro”, aggiunge l’imprenditore campano alla guida dei soci di minoranza che quattro anni fa, assistiti dall’avvocato Antonio Piantadosi, hanno cominciato una ‘battaglia’ nei confronti di Daniela Santanchè e i suoi coimputati, portando la vicenda nelle aule di giustizia con denunce sfociate nelle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf e nel procedimento civile finito con l’amministrazione giudiziaria, prorogata fino al 31 gennaio, per la Editore e l’Editrice.
Dunque, tra circa due mesi si aprirà la fase dibattimentale per accertare se, come si ipotizza, i bilanci siano davvero stati truccati per sette anni, tra il 2016 e il 2022, per nascondere “perdite” milionarie e permettere al gruppo editoriale di rimanere in piedi ingannando gli investitori e, di conseguenza, continuare a trarre “profitto” da aziende ancora attive.