Il Jobs Act viola i diritti dei lavoratori, ce lo dice il Consiglio d’Europa

Il Comitato dei diritti sociali europeo ha richiamato il governo italiano al rispetto dell’articolo 24 della Carta sociale europea, che sancisce il diritto di ogni lavoratore ingiustamente licenziato di ricevere una tutela effettiva

E’ importante sul piano politico la decisione assunta dal comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa a Strasburgo in merito al Jobs Act. L’organismo ha richiamato il governo italiano al rispettare dell’articolo 24 della Carta sociale europea,che sancisce il diritto di ogni lavoratore ingiustamente licenziato di ricevere una tutela effettiva, e realmente dissuasiva nei confronti del datore di lavoro. Un atto d’accusa per la controriforma Poletti-Renzi, che cinque anni fa cancellò le tutele dell’articolo 18 per i nuovi assunti. La decisione del Comitato di Strasburgo, va ad aggiungersi a quella della Consulta, che due anni fa aveva bocciato la disciplina del jobs act in tema di licenziamenti illegittimi, perché predeterminava l’indennizzo in base all’unico criterio dell’anzianità di servizio. Ma anche dopo le modifiche del 2018, evidenzia ora il comitato dei diritti sociali, il Jobs Act contrasta con la Carta sociale europea, perché esclude a priori la possibilità di essere reintegrati, e fissa l’importo massimo dell’indennizzo al lavoratore: 36 mesi di retribuzione per gli addetti di imprese medio-grandi, e 6 mesi per quelli delle piccole imprese. E questo impedisce al giudice ogni possibilità di valutare e di riconoscere l’eventuale danno supplementare subito dal lavoratore a seguito del licenziamento. Significative le dichiarazioni del presidente della Regione Toscana, Emilio Rossi: “Ce lo chiede l’Europa. E ha ragione. L’Italia è stata richiamata dall’Europa al rispetto dei diritti dei lavoratori poiché il Jobs Act viola la Carta sociale europea in quanto non tutela il lavoratore ingiustamente licenziato – afferma Rossi. “È tempo che il Jobs Act venga superato e che tutta la materia dei diritti dei lavoratori sia rivista per affermare una adeguata valorizzazione e protezione del lavoro e soprattutto per combattere il precariato e introdurre, d’intesa con i sindacati, un salario minimo dignitoso. Ora ce lo chiede anche l’Europa”, conclude Rossi

CiCre

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