Il detenuto politico Alfredo Cospito può crollare “da un momento all’altro”

Nemmeno l’alimentazione forzata potrebbe salvarlo, spiega il medico che segue l’anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis

Il detenuto politico Alfredo Cospito da un momento all’altro può avere un deficit, sono negativa sull’evolversi della situazione”. Lo dice all’agenzia di stampa, Angelica Mellia, il medico dell’anarchico in sciopero della fame da tre mesi detenuto in regime di 41 bis nel carcere di Sassari.

Alla domanda su quanto tempo resti prima che la situazione precipiti se continua a non alimentarsi, risponde: “Ogni fisico ha una risposta  differente ma siamo arrivati al limite e, a questo punto, anche l’alimentazione forzata, che lui peraltro ha detto di non volere, potrebbe avere un esito devastante”.

Questo perché, evidenzia il medico, dopo un digiuno così prolungato le cellule della digestione diventano ‘dormienti’ e l’alimentazione forzata potrebbe essere nociva perché non ‘funzionano’ più”

A vederlo Alfredo sta abbastanza bene, non dà particolari segni di mancamento ma a livello chimico stanno succedendo cose importanti che potrebbero diventare irreversibili. Finora ha resistito pur avendo perso 40 chili perché era in forte sovrappeso ma ora che la massa grassa a cui attingere si è esaurita è in corso la distruzione delle proteine che si ripercuote sui muscoli alla disperata ricerca di energie e si ripercuoterà, se dovesse andare avanti, sui muscoli della respirazione”.

Nemmeno il cucchiaino di miele che ogni tanto mangia può interrompere questo ‘cortocircuito’.

Cospito vuole continuare il digiuno, è molto tenace – prosegue il medico – Ha interrotto l’assunzione di integratori proprio per fra precipitare le sue condizioni e portare l’attenzione sulla sua battaglia. In questo momento poi è sostenuto dal cortisolo in circolo che gli dà adrenalina”.

Secondo Mellia, che finora l’ha visitato una volta alla settimana in cella, ieri l’ultima,  “si sta prendendo sottogamba una situazione che presto potrebbe avere effetti devastanti”. 

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