Governo, parlamentari M5S   vogliono astenersi su Draghi

Nelle prossime ore parleranno il “leader ombra” Luigi di Maio

La linea “non voteremo per Mario Draghi”, lanciata ieri sera dal capo politico reggente del M5s Vito Crimi con toni moderati e ringraziamenti di rito al presidente Mattarella, lascia aperti ampi spiragli, suggeriscono fonti parlamentari pentastellate, per una astensione che consenta la nascita di un governo tecnico che gestisca la campagna di vaccinazione antiCovid e l’emergenza e porti a casa l’ok al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ed è una linea, garantiscono diverse fonti del M5S di primo piano, che Beppe Grillo confermerà , dopo i contatti di ieri con il ponte di comando M5S.


Con l’astensione il M5S, che raccolse il suo primo grande successo elettorale sull’onda della reazione popolare al governo tecnico guidato da Mario Monti, avrebbe in teoria mani libere per provare a difendere in Parlamento i risultati portati a casa nella legislatura (più il reddito di cittadinanza che la riforma della prescrizione: una sua revisione troverebbe ampi consensi nelle due Camere). E per incunearsi nelle contraddizioni di una maggioranza che in teoria per navigare tranquilla dovrebbe mettere insieme un fronte parlamentare che vada dal Pd alla Lega (altra possibile candidata all’astensione su Mario Draghi, viste le pressioni interne che Matteo Salvini riceve dai suoi “governatori” regionali).

Parlerà  in giornata Luigi Di Maio leader ombra del Movimento, mentre tace il Blog delle stelle, in teoria voce ufficiale del M5S ma fermo a un post sulla formazione on line dell’Associazione Rousseau. Sono in molti ad annunciare sui social il no a Draghi, big come Paola Taverna ed esponenti dell’ala ortodossa come Barbara Lezzi. Di Battista, punto di riferimento degli “ortodossi” sempre in bilico nei mesi scorsi fra appoggio e critica al governo Conte, lo ha fatto già  nella serata di ieri. Ma nell’assemblea congiunta dei parlamentari e dei senatori, convocata on line per le 15 di oggi, parlerà  anche la pancia profonda dei gruppi, quella che qualcuno chiama “il partito della 18ma legislatura”, che aveva imposto il ritorno alla trattativa con Renzi. Nessun risultato, quindi, si può dare per scontato.

CiCre

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