Gaza, bombardato un ospedale: centinaia di morti. Esplode la rabbia contro Israele e gli Stati Uniti

 

La strage ha acceso la rabbia dei palestinesi e degli arabi in molte città

Bombardato l’ospedale al-Ahli, gestita dalla Chiesa anglicana e situata a Gaza City. Nel blitz sarebbero morti centinaia di pazienti. Ambulanze e auto private hanno trasportato circa 350 feriti dell’esplosione dell’ospedale Al-Ahli di Gaza verso il principale ospedale di Gaza City, al-Shifa, già sovraccarico di feriti a causa di altri attacchi. Lo ha riferito il suo direttore, Mohammed Abu Selmia.

I feriti sono stati stesi sul pavimento insanguinato. “Stiamo comprimendo cinque letti in un’unica minuscola stanza. Abbiamo bisogno di attrezzature, di medicine, di letti, di anestesia, di tutto”, ha detto Abu Selmia, avvertendo che il carburante per i generatori dell’ospedale si esaurirà mercoledì. “Penso che il settore medico di Gaza collasserà entro poche ore”, ha aggiunto.

Un clamoroso post, virale sui social, scritto dal nuovo portavoce del Premier Netanyahu, tale Hananya Naftali, ammetterebbe la responsabilità israeliana.

Senza mezzi termini, Naftali scrive nero su bianco che Israele ha appena attaccato una base di Hamas all’interno dell’ospedale di Gaza. Un alto numero di terroristi sono morti, è devastante che Hamas lanci razzi da una base interna all’ospedale”. Poi dopo pochi minuti il tweet sarebbe stato cancellato e sostituito da un altro con una versione opposta. Ovvero che sarebbe stato un razzo di Hamas a far esplodere l’ospedale.

Prima del dramma dell’ospedale al-Alhi, gli attacchi israeliani su Gaza avevano ucciso almeno 2.778 persone e ne avevano ferite 9.700, secondo il ministero della Sanità di Gaza. Quasi due terzi delle vittime erano bambini, aveva dichiarato un funzionario del ministero. Si ritiene che altre 1.200 persone in tutta Gaza siano sepolte sotto le macerie, vive o morte, hanno fatto sapere ancora le autorità sanitarie.

La strage ha acceso la rabbia dei palestinesi e degli arabi in molte città: in Giordania i manifestanti hanno dato alle fiamme l’ingresso dell’ambasciata israeliana. Proteste, con scontri, anche in Cisgiordania e il presidente dell’Autorità nazionale (Anp), ha dichiarato tre giorni di lutto. Manifestazioni in corso in Iran, Tunisia, Libano, Turchia, Germania, Gerusalemme Est. Il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah ha annunciato per domani, mercoledi’, una “giornata di rabbia senza precedenti”, in risposta alla distruzione di un ospedale nel nord della Striscia di Gaza, attribuita alle Forze di difesa israeliane (Idf). “Facciamo in modo che domani, mercoledi’, sia una giornata di rabbia senza precedenti contro il nemico”, fa sapere il movimento in una nota ripresa dai media internazionali, definendo l’attacco – causa della morte di centinaia di persone – un “massacro” e “un crimine brutale”.

l portavoce del Presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), Nabil Abu Rudeineh, ha condannato l’atroce crimine compiuto da Israele contro l’ospedale al-Ahli a Gaza, che è stato bombardato stasera da aerei da guerra israeliani, uccidendo centinaia di persone. Lo scrive l’agenzia palestinese Wafa. Il portavoce ha detto che l’uccisione di un gran numero di civili innocenti in un ospedale, che in nessun caso può essere attaccato, dimostra che questo governo israeliano non ha rispetto per gli standard internazionali e le leggi riconosciute. Il portavoce presidenziale ha sottolineato l’importanza di un pronto intervento da parte di tutto il mondo “per fermare questa aggressione e condannare questi crimini atroci. È diventato chiaro al mondo intero che la stragrande maggioranza delle loro vittime sono civili innocenti”. Il portavoce ha sottolineato che il bombardamento israeliano dell’ospedale di al-Ahli è “un genocidio e una catastrofe umanitaria di cui Israele ha la piena responsabilità e sarà ritenuto responsabile dinanzi ai tribunali internazionali”.

La questione degli ospedali ubicati nella parte del nord della Striscia è una delle più spinose. Lo Stato ebraico da giorni ne ordina l’evacuazione. Nella pratica, però, l’operazione è estremamente complicata. Il sistema sanitario di Gaza, oltretutto, è già allo stremo per il blocco delle forniture di elettricità, cibo, acqua e medicine.

L’unico punto da cui potrebbero arrivare soccorsi – il valico egiziano di Rafah, a sud, nella Penisola del Sinai – è chiuso nonostante la maratona di nove ore di trattative del segretario di Stato Usa, Antony Blinken e la promessa del premier Abdel Fatah al-Sisi di coordinare un piano per gli aiuti. Il Cairo dice di non poterlo fare a causa dei bombardamenti israeliani.

Il passaggio è stato colpito sei volte finora. Solo nell’incursione di ieri sarebbero morti in 49. La barriera, dunque, resta sprangata. Mentre 160 camion carichi di kit di emergenza, partiti dall’egiziana al-Arish, attendono oltre le sbarre.

La Russia e gli Emirati Arabi Uniti hanno sollecitato per mercoledì, una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere gli ultimi sviluppi della crisi in Medio Oriente, e in particolare sulla distruzione dell’ospedale Al Ahli, nel nord della Striscia di Gaza, causa della morte di centinaia di persone. Lo riferisce il vice ambasciatore della Russia presso le Nazioni Unite, Dmitri Poliansky, in un messaggio pubblicato sul proprio profilo Telegram.

CiCre

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