
Paola Regeni in conferenza stampa al Senato: “Sul viso di mio figlio ho visto il male del mondo. Se il 5 aprile sarà una giornata vuota confidiamo in una risposta forte del nostro Governo. Forte ma molto forte. E’ dal 25 gennaio che attendiamo una risposta”
“Sul viso di Giulio ho visto il male del mondo”. E’ la testimonianza di Paola Regeni, madre del ricercatore italiano ucciso al Cairo nel corso della conferenza stampa a Roma con il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per i diritti umani. La donna spiega: “In obitorio ho riconosciuto Giulio solo dalla punta del naso, non vi dico quel che gli hanno fatto”. Dopo la versione fornita e poi smentita dagli inquirenti egiziani sulla banda di criminali che sequestrava stranieri, la signora Regeni dice che “se il 5 aprile (data in cui le autorità del Cairo hanno promesso di trasmettere la documentazione sul caso, ndr) sarà una giornata vuota confidiamo in una risposta forte del nostro governo. Forte ma molto forte. E’ dal 25 gennaio che attendiamo una risposta su Giulio”. La risposta però rischia di farsi attendere a lungo.
“Noi sapevamo – afferma la madre del giovane – che Giulio non era nei Servizi – Noi, a livello viscerale, sapevamo che nostro figlio non era nei servizi segreti, con tutto il rispetto per chi fa il lavoro di intelligence”.
“Forse è dal nazifascismo – prosegue Paola Regeni – che noi in Italia non ci troviamo di fronte a una situazione di tortura come quella che è successa a Giulio. Ma lui non andava in guerra. E io, che stimo moltissimo i partigiani, dico che loro lo sapevano a cosa andavano incontro. Invece mio figlio era andato in Egitto per fare ricerca, era un ragazzo contemporaneo, ed è morto sotto tortura. Il suo non è un caso isolato”. E i dati riportati da Amnesty International sull’Egitto sono emblematici: nel 2015 ci sono stati 464 casi di sparizione forzata, 1676 casi di tortura 500 dei quali terminati con la morte; nei primi due mesi del 2016 ci sono stati 88 casi di tortura; altri due attivisti sono spariti al Cairo negli stessi giorni della sparizione di Giulio Regeni, entrambi ritrovati morti con segni di tortura, mentre la versione ufficiale del governo egiziano parla di uno scontro a fuoco tra bande criminali. Claudio Regeni, padre del ricercatore, vuole ringraziare “tutti per l’abbraccio affettuoso sentito da tutta l’italia. Siamo qui perché vorremmo continuare insieme a lottare per portare avanti i valori di Giulio. I suoi ideali”.
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