Il politico-giornalista accusato anche di riciclaggio e autoriciclaggio. Indagini partite dalla denuncia del gestore di un bar di Roma
È stata la denuncia di un’estorsione da 80mila euro, fatta nell’aprile 2016 dal gestore del bar Enjoy di Via Chiana, a Roma, a fa scattare le indagini. Estorsione aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio: sono queste le accuse per l’ex senatore Sergio De Gregorio, tra gli arrestati nell’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Roma e coordinata dalla Dda. In carcere, oltre a lui, due ex appartenenti alla Marina Militare, Antonio Fracella, 41 anni, di Nardò (Lecce) e Vito Frascella, 40enne nato a Taranto. Custodia cautelare in carcere anche per Giuseppina De Iudicibus, 55 anni, di Napoli, e Michela Miorelli, 43enne originaria di Rovereto. Ai domiciliari è finito Vito Meliota, 37enne di Conversano (Bari) mentre è stato disposto l’obbligo di presentazione alla pg per Michelina Vitucci, 44enne originaria di Bari. Ricercato invece, in quanto irreperibile e già da tempo all’estero, Corrado Di Stefano, romano di 68 anni, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. Per tutti le accuse sono a vario titolo e in concorso tra loro, quelle di estorsione aggravata, autoriciclaggio e riciclaggio. Le indagini, condotte dalla I Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Roma e coordinate dai Magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, sono durate circa due anni e hanno portato alla luce casi di estorsione ai danni di due bar della capitale e il reimpiego di oltre 470mila euro all’interno di società legate agli indagati, “il cui punto di riferimento – spiegano gli investigatori – è l’ex senatore De Gregorio attorno al quale ruotano le dinamiche criminali del gruppo”.
Attraverso i riscontri effettuati con le intercettazioni telefoniche ed ambientali, la visione delle telecamere di videosorveglianza e le dichiarazioni rese dalle parti, gli investigatori hanno potuto ricostruire la dinamica della presunta estorsione, realizzata con una serie di minacce, tra cui quella di far apporre i sigilli al locale. De Gregorio avrebbe inviato al bar Antonio Fracella e Vito Fascella, all’epoca militari della Marina, per esigere dal gestore la restituzione di 80mila euro. Sul posto ci sarebbe stato anche l’ex senatore che, preoccupato del possibile coinvolgimento nell’indagine per l’estorsione, avrebbe consigliato al suo ‘socio’ Corrado Di Stefano, di sporgere querela nei confronti del gestore del bar di Via Chiana, per la sottrazione degli 80mila euro. Pochi giorni dopo, la somma – secondo la ricostruzione degli inquirenti – sarebbe stata investita da Di Stefano nelle società Italia global service s.r.l. e Apron S.R.L, gestite occultamente da De Gregorio. L’estorsione e il successivo autoriciclaggio del profitto sarebbero state, sempre su consiglio di De Gregorio, attraverso il riconoscimento per Di Stefano di una quota societaria dell’Italia Global Service srl, all’interno della quale possiede una quota anche la Pianeta Italia srl (nella cui compagine societaria risultano familiari degli indagati). Lo scopo: far apparire l’estorsione come un semplice tentativo di aiutare il socio Di Stefano a recuperare un credito.
CHI È DE GREGORIO. Nuovi guai giudiziari, dunque, per l’ex senatore del Pdl Sergio De Gregorio. In passato, è stato coinvolto in una serie di procedimenti per reati che vanno dalla corruzione al riciclaggio e al centro dell’inchiesta sulla compravendita di senatori. Per quella vicenda che ruotava intorno a tre milioni di euro versati nel 2007, sotto forma di finanziamenti, all’ex senatore Idv, per farlo passare nel centrodestra e far così venir meno i numeri alla maggioranza, i giudici della Suprema Cassazione nel 2018 hanno dichiarato prescritto il reato di corruzione contestato al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi riqualificandolo in quello di corruzione impropria (De Gregorio nel 2013 aveva patteggiato invece una condanna a 20 mes). Accuse, quelle di De Gregorio, fatte a distanza di anni dai fatti contestati quando, così riferì il diretto protagonista, gli apparve in sogno suo padre che lo pregava di raccontare tutto ai pm ”altrimenti sarei stato inseguito tutta la vita come Al Capone”. Giornalista ed ex direttore di diversi periodici e quotidiani, tra cui L’Avanti di Valter Lavitola, fonda nel 2000 l’associazione Italiani nel Mondo. Nel 2005 si candida per le elezioni regionali in Campania nella lista della Democrazia Cristiana per le Autonomie. Nel 2006 l’elezione in Senato con l’Italia dei Valori, nella coalizione di centrosinistra a sostegno del governo Prodi, dove il 7 giugno viene eletto con i voti del centrodestra alla Presidenza della Commissione Difesa. Pochi mesi dopo De Gregorio lascia l’Idv e nel gennaio 2008 vota la sfiducia al Governo Prodi II, contribuendo alla sua caduta. Nello stesso anno viene eletto al Senato con il Pdl, votando la fiducia al Governo Berlusconi. Nel 2012 lascia gli incarichi dopo l’inchiesta che lo vede indagato sull’ appropriazione indebita di 20 milioni di euro di finanziamenti al quotidiano L’Avanti!.