Preso a Corleone dopo una latitanza di 43 anni, il boss era malato da tempo
E’ andato via con il bagaglio enorme dei suoi segreti. E’ morto Bernardo Provenzano, aveva 83 anni ed era malato da tempo. Il capo di Cosa nostra venne arrestato dalla polizia dopo una latitanza di 43 anni l’11 aprile del 2006 in una masseria di Corleone, a poca distanza dall’abitazione dei suoi familiari. Secondo il suo legale Rosalba Di Gregorio era ridotto “ad un vegetale”, dopo una strana caduta nel carcere di Parma 4 anni fa. Ma tutte le istanze di scarcerazione erano state respinte. Il boss era detenuto al regime di 41 bis nell’ospedale San Paolo di Milano. Tutti i processi in cui era ancora imputato, tra cui quello sulla trattativa Stato-mafia, erano stati sospesi perché Provenzano, sottoposto a più perizie mediche, era stato ritenuto incapace di partecipare. L’ultima diagnosi parla di grave stato di decadimento cognitivo, lunghi periodi di sonno, rare parole di senso compiuto, eloquio assolutamente incomprensibile, quadro neurologico in progressivo, anche se lento, peggioramento. Nelle loro conclusioni i medici dichiaravano il paziente “incompatibile con il regime carcerario”, aggiungendo che “l’assistenza che gli serve è garantita solo in una struttura sanitaria di lungodegenza”. Secondo quanto precisa Roberto Piscitello, direttore generale dei detenuti e del trattamento del Ministero della Giustizia, “le condizioni di Bernardo Provenzano si sono aggravate ulteriormente venerdì scorso a causa di un’infezione polmonare. Provenzano è entrato in coma irreversibile lo stesso giorno. I sanitari dell’ospedale di Milano, d’accordo con il Dap, hanno avvertito immediatamente i familiari che sono arrivati e hanno potuto usufruire di un incontro col loro congiunto”. Il capomafia era ricoverato nella struttura milanese dal 9 aprile di due anni fa. “Il regime di 41 bis – spiega Piscitello – in nulla ha aggravato lo stato di salute di Provenzano: anzi nei due ospedali in cui è stato – detenuto Parma e Milano – ha ricevuto cure puntuali ed efficaci”.
VIETATI I FUNERALI – Il questore di Palermo Guido Longo ha vietato i funerali di Provenzano, per motivi di ordine pubblico.