De Luca contro la capitana: “Carola irritante, poteva andare in Corsica”

Il governatore campano contro la capitana della Sea Watch:  “Insopportabile l’atteggiamento di chi guida una nave e pretende in modo assoluto di sbarcare i migranti in Italia, in 17 giorni poteva andare in Corsica o in un altro porto d’Europa”. L’avvocato napoletano Gennaro De Falco: “Pronto a difendere gratis i militari speronati a Lampedusa, vanno risarciti”

Di Salvini continua a considerarsi il maestro indiscusso, e non vuole certo farsi scavalcare a destra (ma non corre rischi). Vincenzo De Luca attacca la capitana della Sea Watch, Carola Rackete, per la vicenda dello sbarco a Lampedusa. “Considero irritante l’atteggiamento di chi guida una nave e – dichiara dalla sua tribuna di Lira Tv – pretende in modo assoluto di sbarcare i migranti in Italia. Nessuno mi convincerà del fatto che la Sea Watch in 17 giorni non potesse andare ad esempio in Corsica o in un altro porto d’Europa. Perché non hanno tentato? È un atteggiamento strumentale, irritante e insopportabile nei confronti dell’Italia”. Ma il governatore campano stigmatizza pure la visibilità mediatica del caso Carola. “Dovremmo dedicare attenzione al mondo del lavoro e non alle navi e ai migranti”. E inoltre, è necessaria una “operazione verità” perché “mentre siamo concentrati sui 40 della Sea Watch, mentre noi facciamo la guardia al bidone, contemporaneamente di fianco a quella nave passano barchette, barchini e canotti con decine e decine di migranti. Una cosa da manicomio”. Ma De Luca ne ha pure per “l’allievo” Salvini “assente al 90% delle riunioni dei ministri dell’Interno europei perché è impegnato con la campagna elettorale”. E infine intima ai governi mondiali: “Serve un’iniziativa in Africa per filtrare il flusso dei migranti”. Come mai non ci avevano pensato prima?

 

AVVOCATO NAPOLETANO: “DIFENDO GRATIS I MILITARI SPERONATI”. “Hanno eseguito gli ordini e sono stati danneggiati nell’adempimento del dovere io sono pronto a difenderli gratuitamente, come parte civile, per il risarcimento di quanto hanno patito”. L’iniziativa è dell’avvocato napoletano Gennaro De Falco, parlando dei 5 militari della guardia di finanza, in servizio sulla motovedetta speronata dalla comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete lo scorso 29 giugno. “Sono militari e sono tenuti a rispettare gli ordini impartiti in scala gerarchica – ricorda De Falco – altrimenti sarebbero potuto incorrere in responsabilità penali e disciplinari”. Per l’avvocato “hanno corso dei pericoli, subìto dei danni e ora hanno diritto a un risarcimento. Tutti vogliono difendere l’ong e Rackete ma bisogna pensare anche ai finanzieri”.

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