Consulta, bocciata altra legge di Renzi: indagini, no all’obbligo di riferire ai superiori

La norma del 2016 imponeva alla polizia giudiziaria di svelare le notizie di reato ai vertici gerarchici, nominati dal governo. La Corte accoglie il conflitto di attribuzione del procuratore capo di Bari: “Lese le attribuzioni costituzionali del pubblico ministero”

Il governo Renzi, l’epico governo dei “mille giorni”, ha un altro record: è caduto da quasi 2 anni, ma continua a mietere figuracce, in un singolare caso di sopravvivenza dei fallimenti ai loro stessi artefici. L’ultimo, in ordine di tempo, è la bocciatura della Consulta alla norma che obbligava la polizia giudiziaria a riferire ai superiori sulle notizie di reato. Un obbligo “lesivo delle attribuzioni costituzionali del pubblico ministero – spiega la sentenza -, garantite dall’articolo 109 della Costituzione”. In pratica, ogni indagine doveva essere riferita al vertice della piramide gerarchica di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, ovvero ai ministeri dell’Interno, della Difesa e dell’Economia. Cioè ai politici del governo. Un’idea assai astuta, perché non averci pensato prima? Peccato che la Corte costituzionale, invece, abbia accolto il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, proposto dal procuratore capo di Bari, Giuseppe Volpe, nei confronti di Palazzo Chigi. La norma censurata era contenuta nel decreto legislativo sulla razionalizzazione delle funzioni di polizia, varato nel 2016. Prevedeva che, per un coordinamento informativo, “i vertici delle Forze di Polizia” adottassero “istruzioni affinché i responsabili di ciascun presidio di polizia interessato” trasmettessero “alla propria scala gerarchica le notizie relative all’inoltro delle informative di reato all’autorità giudiziaria, indipendentemente dagli obblighi prescritti dalle norme del codice di procedura penale”. Obblighi relativi, ad esempio, alla segretezza delle indagini. Certo, la Consulta riconosce che “le esigenze di coordinamento informativo poste a fondamento della disposizione impugnata sono meritevoli di tutela”. Ma ritiene “lesiva delle attribuzioni costituzionali del pubblico ministero” la disciplina della “trasmissione per via gerarchica delle informative di reato”. La sentenza, con le motivazioni, sarà depositata nelle prossime settimane.

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