Si apre ufficialmente una dura battaglia politica e culturale nella prima organizzazione sindacale del Paese
Il Partito Democratico attacca e banalizza la candidatura di Maurizio Landini alla guida della Cgil, candidatura sostenuta da Susanna Camusso, segretaria generale uscente. Un attacco duro, un tentativo di condizionare i congresso dell’organizzazione e tirare la volata al renziano Vincenzo Colla, che ha deciso di scendere in campo per sfidare Landini. Nelle ultime ore, il sito “Democratica”, il sito di informazione del partito, ha pubblicato un articolo velenoso, durissimo contro l’ex leader dei metalmeccanici e la segreteria uscente Camusso. “I giochi non sono fatti – scrive Democratica – Tutto dunque è ancora possibile ma è chiaro le chances di Landini sono cresciute. D’altra parte Landini lavora da due anni all’obiettivo di conquistare la poltrona più importante di Corso d’Italia: ed era dunque vero che non ci pensava affatto a entrare in politica malgrado le sue incalcolabili perfomances televisive facessero pensare il contrario e così anche lo scombiccherato tentativo della “Coalizione sociale”, embrione subito auto-soffocato di una nuova formazione politica di sinistra”. “Nel mare magnum della Cgil Landini è molto amato e molto odiato. Amato perché radicale con tratti populisti, odiato perché radicale con tratti populisti. Un sindacato storicamente riformista come la Cgil, ancorato alla pratica della trattativa e sempre memore degli interessi generali, non molti anni fa avrebbe confinato il “landinismo” in minoranza – evidenzia il sito del Partito Democratico – ma è pur vero che tutto è cambiato; e nella difficoltà epocale del riformismo è venuta avanti nella società la pulsione populista e estremista che è giunta persino al governo del Paese. Perché la Cgil non dovrebbe mutar pelle? Su questo fa leva l’ex capo dei metalmeccanici Fiom, mentre Colla è dipinto come più attento alle più tradizionali e forse più fruttuose pratiche riformiste e contrattualiste. Ecco dunque disegnarsi, con Landini, un sindacato giallo-rosso – ironizza Democratica – O per meglio dire, visto che qui la squadra di calcio della Capitale non c’entra niente, “rosso-giallo”. Con quei mondi Landini ha condiviso la durissima opposizione al governo Renzi, alla legge Fornero, al jobs act chissà, forse una Cgil più contigua, o meglio: più in sintonia, con il governo gialloverde. Da anni simbolo dell’anima più “radicale”, l’ex leader della Fiom potrebbe infatti costruire una Cgil in sintonia con il mondo grillino e, insieme, all’area multiforme e priva di un punto di riferimento che sta alla sinistra del Pd. Ecco perché “giallo-rosso”. Ma attenzione, però. Il movimentismo dell’ex leader della Fiom non diciamo sia solo in superficie ma certo non esclude un pragmatismo molto “emiliano” che al tavolo delle trattative lo mostra in tutt’altri panni: è il Landini che firma accordi durissimi per i lavoratori se questo serve a salvare le aziende – conclude il sito renziano – Insomma, con Maurizio Landini avremmo una Cgil completamente diversa da quello che è stata in questi decenni. Ma ancora non ha vinto la battaglia”. Il Messaggio di “Democratica” è chiarissimo per gli attivisti e i dirigenti dell’apparato burocratico Cgil vicini al partito e all’area renziana: ” bisogna dare il massimo sostegno a Colla”. Un messaggio, però, che non sortirà effetto positivo. Una parte consistente di lavoratori, lavoratrici, di organizzazioni sindacali di categoria sarebbero schierati con Maurizio Landini per scrivere una pagina nuova del sindacato e inaugurare una nuova stagione di lotte e rivendicazioni per la riconquistare i diritti. Diritti cancellati dalle politiche liberiste attuate proprio dal partito democratico.