Caserta, saccheggi e rapine: vertice in Prefettura ma pochi interventi adeguati contro i criminali

Il Prefetto Castaldo invita i cittadini a dotarsi di strumenti di difesa passiva ovvero le porte blindate

 Furti e rapine a Caserta. Vertice in Prefettura dopo gli ultimi episodi di violenza, l’aggressione a una scolaresca siciliana da parte di stranieri all’esterno della Reggia, la rapina subita in casa dall’avvocato Vittorio Giaquinto, le centinaia di saccheggi e furti nelle frazioni di Puccianiello, Sala, San Leucio. Alla riunione hanno partecipato i responsabili delle forze di polizia e il sindaco Carlo Marino.

Il Prefetto Giuseppe Castaldo butta acqua sul fuoco, tenta di minimizzare: “Non c’è allarme. Ma invito i cittadini a dotarsi degli strumenti di difesa passiva, installare, per esempio le porte blindate”.

Sarebbe il caso di ricordare al Prefetto che sul territorio operano bande di criminali professionali in grado di sradicare grate antintrusioni e porte blindate. Le istituzioni, in primis l’amministrazione comunale, dovrebbero installare sistemi di videosorveglianza e aumentare la vigilanza sul territorio. Atti doverosi nei confronti di cittadini che pagano regolarmente le tasse e gabelle di ogni tipo.

Intanto, gli investigatori della Squadra Mobile di Caserta sono a lavoro per cercare di identificare i quattro banditi che la notte tra sabato e domenica hanno commesso due violente rapine in casa, colpendo prima una coppia di anziani, malmenati e legati, e poi l’avvocato penalista Vittorio Giaquinto, che risiede nell’appartamento attiguo a quello della coppia, e che probabilmente era il vero bersaglio della gang; il legale è stato pestato con violenza, e ha riportato contusioni varie e la rottura dello zigomo.

Teatro del doppio colpo uno stabile del centro storico di Caserta, in via Tanucci, a poco più di 200 metri da Questura e Prefettura. In azione una banda di professionisti, probabilmente dell’est Europa come emerso dai racconti delle vittime (i malviventi parlavano in italiano ma con il tipico accento delle persone dell’Est), che avrebbe agito a colpo sicuro, forse dopo aver avuto informazioni di prima mano sull’ubicazione e la disposizione dei due appartamenti vicini e sulle disponibilità delle vittime, soprattutto su quelle dell’avvocato Giaquinto, a cui sono riusciti a portare via un bottino cospicuo fatto di soldi, gioielli e altri oggetti preziosi.

Per ora la priorità dei poliziotti della Mobile è di identificare i banditi, operazione non facile visto che i quattro avevano il volto coperto con scaldacollo rialzato fino al naso e cappellino con visiera; per dare loro un volto gli investigatori stanno analizzando le immagini riprese dalle telecamere interne dell’abitazione di Giaquinto e da quelle di videosorveglianza installate in zona.

La Squadra investigativa della Questura sta poi cercando di capire come i malviventi siano riusciti ad entrati nello stabile; l’ipotesi è che possano aver utilizzato il cantiere dell’istituto scolastico Giannone, dove sono in corso dei lavori, che confina con il palazzo dove risiedono le vittime; i rapinatori avevano con due spranghe di ferro, che potrebbero aver preso proprio nel cantiere. Ma le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, puntano anche a risalire agli eventuali complici della banda, che possano aver fornito le indicazioni utili ai banditi per andare a colpo sicuro.

Da evidenziare che anche le abitazioni saccheggiate negli ultimi mesi nella frazione di Puccianiello, confinano con un cantiere edile per la costruzione di alloggi.

CiCre

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