Caserta, Pastorano:  La nostra terra continua a bruciare, ancora veleni nell’aria

Tre incendi in impianti di lavorazione dei rifiuti  in appena tre mesi in Campania

La nostra terra continua a bruciare. Ancora veleni nell’aria. La notte scorsa si è sviluppato l’ennesimo incendio di un deposito di stoccaggio di rifiuti. E’ accaduto a Pastorano, in provincia di Caserta, zona Asi,  nel Polo Tecnologico Ambientale. Le fiamme hanno impegnato sei squadre e quattro autobotti dei vigili del fuoco. Il sito è gestito dalla società Gesia.

È una guerra che lo Stato sta perdendo miseramente, una guerra che sta mettendo a repentaglio la salute di milioni di persone e compromettendo lo stato dell’ambiente del nostro territorio – denunciano i militanti di Stop Biocidio – Una guerra persa per l’assenza di un piano di contrasto reale e di una pianificazione chiusa del ciclo dei rifiuti per un mix di inadeguatezza, compromissione e collusione della politica con un sistema industriale criminale“.

Durissima la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Marì Muscarà:  Tre incendi di siti di stoccaggio in appena tre mesi in Campania. Con il rogo della scorsa notte al Polo Tecnologico Ambientale di Pastorano, la nostra terra è tornata a bruciare e nuovi veleni hanno saturato l’aria, finendo con il devastare, ancora una volta, una regione già martoriata da anni di sversamenti illeciti e roghi di rifiuti – ha sottolineato la consigliera pentastellata – Le misure annunciate dal ministro Costa saranno presto operative e consentiranno di evitare nuove bombe ecologiche, come quelle provocate nei mesi scorsi dagli incendi nei siti di Caivano e San Vitaliano. Impianti entreranno presto nel novero dei siti sorvegliati speciali, venendo inseriti nei piani di controllo territoriali gestiti dalle forze di polizia. Controlli che si concentreranno in siti come quello di Pastorano, gestito da Gesia, già coinvolta in un’inchiesta per truffe legate allo smaltimento”“Bisogna mettere mano al più presto a piani di prevenzione e, nel contempo, istituire un efficace sistema di autorizzazioni che definiscano una soglia limite del materiale da accumulare negli impianti, rendendo trasparente la tipologia del rifiuto trattato – aggiunge ancora Muscarà –  Giova ricordare che se quest’amministrazione regionale e quelle che l’hanno preceduta avessero operato per garantire alla Campania un ciclo virtuoso dei rifiuti che avesse consentito il superamento delle discariche, disastri ambientali come quelli di Pastorano, Caivano e San Vitaliano probabilmente non si sarebbero mai verificati. Non possiamo più consentire che la nostra terra continui bruciare, avvelenando tutti noi”.

La prevenzione dei roghi che si ripetono con una frequenza impressionante all’interno dei tanti impianti disseminati su tutto il territorio regionale, non può non passare anche per quella che dovrebbe rappresentare la prima regola della filiera del rifiuto, ovvero la sua riduzione. “Produciamo un mare di plastica. La metà di quella che raccogliamo non viene riciclata ma bruciata insieme a rifiuti di ogni tipo oppure sversata in discarica, depositata in siti di stoccaggio o accumulata oltre ogni soglia sostenibile in stabilimenti per il recupero. La regione cerca di realizzare altri siti di stoccaggio aumentando il rischio di incendi e il disastro che ne segue in termini ambientali – dichiara Muscarà – Il ciclo virtuoso del rifiuto in Campania è rimasto un enunciato sulla carta, mentre continuiamo ad esportare enormi quantità di rifiuto misto e la qualità è scarsa. Come pensa il governo regionale di risolvere il problema senza agire sulla prevenzione e sulla qualità del rifiuto? Bisogna mettere mano a misure che consentano una riduzione della plastica, che ha reso già saturi i centri di smistamento di tutta Europa e che uno dei principali paesi importatori, la Cina, ha diminuito le importazioni del 36%. In Commissione bilancio la maggioranza ha bocciato i nostri emendamenti che puntano proprio alla riduzione del rifiuto – conclude Muscarà –  Emendamenti che siamo pronti a ripresentare in aula martedì prossimo, nel corso della discussione del Consiglio regionale”.

                                                                                           Ciro Crescentini

 

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