Carcere, la Consulta boccia l’ergastolo ostativo: sì a permessi ai mafiosi

La sentenza riguarda anche chi sconta pene minori per reati di criminalità organizzata, terrorismo, violenza sessuale aggravata, corruzione

Dopo la Cedu, anche la Consulta boccia l’ergastolo ostativo. E ora via libera ai permessi premio ai mafiosi ergastolani, anche nel caso non collaborino con la giustizia. Ma è un sì condizionato: deve essere provato che abbiano reciso i legami con la criminalità organizzata, e dimostrata la loro partecipazione al percorso rieducativo. Ma la sentenza pone problemi applicativi non di poco conto, come facile immaginare. Per effetto della decisione della Corte costituzionale, la pericolosità dei mafiosi non sarà più presunta dalla legge. Viceversa, andrà verificata, caso per caso, dai magistrati di sorveglianza. In tal modo, saranno equiparati a tutti gli altri detenuti. I benefici, ovviamente, varranno anche per i terroristi e gli altri responsabili di gravi reati. Ad oggi, sono 1.250 i condannati all’ergastolo ostativo in Italia. Ma la pronuncia riguarda anche chi sta scontando pene minori per mafia, terrorismo, violenza sessuale aggravata, corruzione e reati contro la pubblica amministrazione.  Sulle conseguenze della sentenza sono al lavoro gli uffici del ministero della Giustizia. Nelle scorse settimane, la Corte dei diritti umani di Strasburgo aveva rigettato il ricorso presentato dall’Italia, contro la sentenza del 13 giugno che bocciava il “fine pena mai”. Secondo la Cedu, non è ammissibile negare al detenuto la speranza di un recupero sociale. Ma si annunciano pesanti polemiche.

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