
Comando carabinieri ha precisato che Andrea Varriale, il collega che era di pattuglia con Cerciello, non era disarmato
“Siamo concentrati a lavorare con gli avvocati di Finn per stabilire tutti i fatti. Speriamo che l’accusa produca le riprese video dell’incidente per mostrare cosa è realmente accaduto”. Lo ha detto Ethan Elder, il padre di Finnegan Lee Elder, il giovane americano accusato di aver accoltellato il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. La mancanza delle immagini dell’accoltellamento sul luogo dell’omicidio ha lasciato perplesso il team di legali statunitensi. “Elder e Hjorth sono stati ripresi da diversi video di sorveglianza in strada, ma la telecamera sul luogo dell’omicidio in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati non funzionava” – spiegano. Craig Peters, consulente legale di Ethan Elder padre di Finnegan che si dice “convinto a questo punto che ci siano buone possibilità che chi indaga non sappia cosa è successo”. Peters ha rilasciato un’intervista al giornale americano ABC7 News sottolineando che “non sono state ancora date risposte ad alcune domande che purtroppo riteniamo non vengano poste in questo momento su questa indagine”.
Vertice degli inquirenti – Oggi una Procura deserta accelera l’indagine relativa all’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Una giornata caratterizzata da una serie di audizioni di carabinieri andate avanti per l’intero pomeriggio nell’ufficio del sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta alla presenza del procuratore facente funzioni Michele Prestipino e del procuratore aggiunto Nunzia D’Elia. Di fatto i vertici dell’ufficio romano, a confermare l’importanza dell’audizioni. Bocche cucite negli uffici di piazzale Clodio ma non è escluso che ad essere ascoltate siano stati in primo luogo i quattro fuori servizio intervenuti in via Cardinale Merry del Val, a Trastevere, nella notte tra il 25 e il 26 luglio, e che avrebbero assistito al passaggio di droga (poi rivelatasi aspirina) da un pusher ai due ragazzi americani arrestati per l’omicidio di Cerciello.
Tra le persone ascoltate anche Andrea Varriale, il collega che era di pattuglia con Cerciello dalla mezzanotte del 26 luglio. Proprio su Varriale nel corso della giornata erano girate alcune voci relative al fatto che anche lui fosse stato sprovvisto di pistola quella notte. Illazioni subito smentite dal Comando provinciale ribadendo che il carabiniere era in servizio e aveva con se la pisola di ordinanza presa dopo il tragico evento per accertamenti come la prassi vuole.
Le audizioni rientrano nella serie di verifiche volte a chiarire, quasi minuto per minuto, cosa è avvenuto tra la zona di Trastevere e quella di Prati cercando di fare combaciare tutte le tessere di un puzzle che fin dalle prime ore dopo il tragico epilogo si presentava complesso.
Insomma si cerca di incastrare le tessere e i frammenti tra le immagini delle telecamere, che riprendono i due americani i vari luoghi tranne che nella vai dove si è consumato l’omicidio, le telefonate, compresa quella dove si sarebbe materializzata l’estorsione al mediatore Stefano Brugiatelli, e le testimonianze dei colleghi che quella sera erano accanto a Cerciello, ovvero Varriale, e chi lo aveva incrociato a Trastevere. In giornata, infine, c’è stato un vertice tra inquirenti a cui hanno preso parte i titolari dell’indagine il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Gargaro, il comandante del Nucleo investigativo Lorenzo D’Aloia e il comandante del reparto operativo Mario Conio. Una riunione fatta in vista dei prossimi “step”. Settimana prossima verranno effettuati nuovi accertamenti tecnici e potrebbe essere fissata l’udienza davanti al tribunale del Riesame dopo l’istanza presentata dai difensori di Natale.