A 74 anni, l’ex leader di Potere Operaio, punto di riferimento della comunità dei fuorusciti degli anni di piombo italiani in Francia, chiama tutti i sostenitori a uno sciopero della fame
“La vendetta è sempre terribile, ma ha una sua dignità se viene perseguita direttamente, mettendo in gioco il proprio corpo. Diventa atroce se viene fatta per procura da un’organizzazione terza, che la chiama giustizia”: Oreste Scalzone, dopo l’arresto dei 7 militanti delle Brigate Rosse – con altri 3 in fuga – invoca “l’oblio” per i compagni. Perchè, sostiene al telefono con l’agenzia Ansa, “la vendetta non basterà alle vittime, non si fermano, andrà fino all’infinito”.
A 74 anni, l’ex leader di Potere Operaio, punto di riferimento della comunità dei fuorusciti degli anni di piombo italiani in Francia, chiama tutti i sostenitori a uno sciopero della fame. “E’ l’unica possibilità che abbiamo – insiste – metterci in gioco con uno sciopero della fame, magari a singhiozzo, per poter continuare a guardarci nello specchio“. “Tanti in queste ore – continua Scalzone, ormai libero dal 2007 dopo che è caduta in prescrizione la pena a 8 anni per associazione sovversiva – mi telefonano e mi dicono che si tratta di una surreale vendetta di stato in nome delle parti lese. Altri mi dicono che siamo tornati 40 anni indietro. No, rispondo io, questo è un vero salto in avanti, ma verso il baratro. Questa vendetta diventa infinita. Tutte le forme di società, di civiltà , hanno conosciuto la vendetta con tutto quello che ne discende, compresi l’oblio e il perdono. Se non c’è l’oblio, le società restano asfissiate. L’oblio è la condizione che consente alle società di ricominciare a respirare”. “I crimini dichiarati imperscrittibili – insiste Scalzone – sono stati per anni quelli contro l’umanità . Ormai tutti i reati stanno diventando imperscrittibili”.
“Alle vittime, questa vendetta – è la versione dell’ex leader di Potere Operaio – non basterà mai. Quando sapranno che queste persone sono finite in una prigione, non gli basterà . Quello che vogliono è una sorta di ‘assassinio dell’anima’, non si fermano. E’ qualcosa che andrà fino all’infinito“.
Come reagire? “Penso soltanto a uno sciopero della fame. Che comincerà insieme ai compagni, ai sostenitori di quelli che sono stati arrestati. E’ l’unico modo per reagire, per poter continuare a guardarci nello specchio. Siamo in tanti, più siamo a farlo e meglio sarà”.
In merito agli arresti degli ex militanti delle Brigate Rosse è intervenuto Samuele Ciambriello garante campano dei detenuti: “Il periodo dei cosiddetti Anni di Piombo è stato un periodo con morti su più fronti e dalle doppie verità. Le vittime meritano rispetto non l’instaurazione del diritto alla vendetta. La persecuzione dei vinti continua anche mettendo sotto i piedi trattati internazionali e dettami costituzionali”. Ciambriello, che durante quel periodo promosse la cooperativa L’Agorà , con detenuti politici ristretti nel carcere di Bellizzi Irpino così conclude: “Su richiesta del ministro precedente, ma dopo una ulteriore sollecitazione della ministra della giustizia Marta Cartabia (copia e incolla), in Francia hanno arrestato otto persone anziane accusate 40 anni fa di terrorismo. L’ipocrisia di una costituzionalista italiana grida vittoria! Va fatto un discorso sulla necessità del carcere per soggetti anziani e che comunque non hanno più commesso reati da tempo e che si sono da tempo riabilitati, reinseriti in contesti democratici e lavorativi! Ma questo va fatto per tutti, condannati politici e non”