Anno giudiziario, Canzio vuole più controllo sui pm: “No a processi mediatici, indagini troppo lunghe”

Il primo presidente della Cassazione: “Merita di essere presa in seria considerazione la proposta di aprire talune, significative finestre di controllo giurisdizionale nelle indagini, piuttosto che prevedere interventi di tipo gerarchico o disciplinare”. Alla cerimonia per la prima volta manca l’Anm, in polemica con il governo

“Merita di essere presa in seria considerazione la proposta di aprire talune, significative finestre di controllo giurisdizionale nelle indagini, piuttosto che prevedere interventi di tipo gerarchico o disciplinare”. Spunta il controllo sui nella relazione per l’apertura dell’anno giudiziario del primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio. L’altro magistrato critica anche le indagini “già di per sé troppo lunghe” e le “distorsioni del processo mediatico” favorite anche dalla “spiccata autoreferenzialità” di taluni pm. Alla cerimonia per la prima della storia non partecipa la partecipazione l’Associazione nazionale magistrati, in polemica con il governo per il mancato rispetto degli accordi sui correttivi al decreto sulla proroga dei pensionamenti solo per alcuni magistrati e sulla legittimazione ai trasferimenti. Polemica che le parole di Canzio rischiano di acuire. Dopo aver bacchettato i pubblici ministeri, il primo presidente della Cassazione se la prende anche con i ladri: c’è la “percezione di una diffusa corruzione sia nella Pubblica amministrazione che tra i privati”, che però “non trova riscontro nelle rilevazioni delle statistiche giudiziarie. Il dato nazionale registra, infatti, un numero esiguo di giudizi penali per siffatti gravi delitti, con appena 273 procedimenti definiti nel 2016 in Cassazione, pari allo 0,5%”. Occorre allora “avviare un’approfondita riflessione sull’efficacia delle attuali misure, preventive e repressive, di contrasto del fenomeno”.

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