La maggior parte degli edifici costruiti prima del 1960
E’ stato presentato presso l’Unione industriali di Napoli il rapporto di Acen e Ance Campania sul patrimonio immobiliare pubblico. Dal report emerge che in Campania ci sono piu’ di 1 milione di immobili pubblici, di cui non in uso il 5,97% pari a 62.858 immobili . La maggior parte di questi immobili e’ ad uso residenziale (84,72%), edificato per il 34,86% prima del 1960, ed in condizioni di mediocre o pessimo stato di conservazione per il 21,85%. Il portafogli di proprieta’ della Regione Campania e’ attualmente composto da 10.603 beni di cui 1.364 fabbricati e 9.239 terreni. Il patrimonio disponibile conta 735 fabbricati (4.124 terreni), quello indisponibile 175 (1.334 terreni), quello culturale 106, il demanio 348 (3781 terreni). Circa un terzo di questi beni appartengono al territorio metropolitano di NAPOLI (3633), ben 2.563 alla provincia di Caserta, 1.963 a quella di Salerno, 1.004 a quella di Avellino e solo 181 a quella di Benevento. Vi sono poi 1.259 beni dislocati fuori regione. Mentre il dato relativo alla differenza tra locazioni attive e passive, in Campania presenta un saldo negativo di circa 9 milioni di euro.
“Quando un bene pubblico non e’ piu’ utilizzato rischia di creare degrado, e in questo momento dove le risorse pubbliche sono limitate, c’e’ una esigenza di rigenerazione e di trasformazione urbana”, dice Federica Brancaccio presidente dei costruttori partenopei (Acen). “Chiaramente mettere a punto delle buone pratiche per la valorizzazione di questi beni – aggiunge – puo’ servire a gettare uno stagno per il rilancio di una trasformazione piu’ ampia ad interi ambiti. La valorizzazione del patrimonio immobiliare dismesso e’ assolutamente un incontro tra pubblico e privato, anche perche’ e’ un modo per riqualificare e trasformare immobili dismessi, ed e’ anche un modo per far arrivare qualcosa nelle casse delle amministrazioni che ne hanno bisogno. Ma per arrivare ad una riqualificazione e’ necessario – conclude – mettere mano anche agli strumenti urbanistici come i piani regolatori che ormai sono datati”. “La collaborazione pubblico-privata e’ la strada sulla quale bisognera’ insistere nei prossimi anni”, dice l’assessore regionale all’Urbanistica, Bruno Discepolo, che aggiunge: “La prerogativa generale e’ quella di non consumare nuovo suolo, ma di recuperare e valorizzare i patrimoni immobiliari, sia pubblici che privati. Il capitolo del patrimonio immobiliare pubblico e’ particolarmente significativo, per consistenza, natura, qualita’, tipologie, e diffusione sul territorio. Una scommessa decisiva e’ quella di riuscire finalmente a razionalizzarne l’uso, a valorizzarne tutte le potenzialita’, e in qualche caso a procedere a delle alienazioni, ma che siano non svendite”
Per l’assessore all’Urbanistica del Comune di Napoli, Carmine Piscopo, “e‘ sempre un difficile equilibrio tra pubblico e privato, che tuttavia che va costruito e realizzato. Devo dire – prosegue – che l’urbanistica in questo puo’ fare moltissimo perche’ attraverso delle operazioni di valorizzazione, in particolare del patrimonio dismesso in dismissione o abbandonato, si puo’ lavorare tantissimo, non tanto procedendo attraverso quelle che sono delle varianti puntuali ai singoli immobili di volta in volta individuati, quanto lavorando molto di piu’ all’interno di alcuni ambiti omogenei e quindi alcuni set di beni, di cluster di beni, che possono invece comporre una tipologia. Lavorando per tipologie – continua Piscopo-, e si va dai beni del demanio che entrano a far parte del patrimonio indisponibile, fino ad alcuni beni di proprieta’ del Comune, il lavoro in questo senso puo’ essere fondamentale. Noi stiamo attivando molte nostre risorse interne per la costruzione non solo della conoscenza del patrimonio quanto la sua valorizzazione ancora prima della dismissione”. Rispondendo ad una domanda dei cronisti sul futuro dell’Albergo dei Poveri a Napoli, Piscopo spiega: “Stiamo lavorando proprio in questi giorni con Cassa Depositi e Prestiti, in ogni caso con il Governo, per la sua valorizzazione affinche’ non perda in alcun modo la proprieta’ pubblica”.