L’Eracle liberato risplende al Mann

L’esposizione,  visitabile sino alla fine di gennaio, è composta da circa cinquanta pezzi provenienti dai depositi del museo partenopeo

NAPOLI – In occasione delle festività natalizie il Mann offre al pubblico il suo regalo: una mostra dal titolo “Eracle…liberato dal buio dei magazzini”. Racchiusa nel Gran Salone della Meridiana dell’ex Palazzo dei Regi Studi, l’esposizione, che sarà visitabile sino alla fine di gennaio, è composta da circa cinquanta pezzi provenienti dai depositi del prestigioso museo partenopeo, i quali, secondo le recenti previsioni, dovrebbero trovare nei prossimi mesi una definitiva collocazione nelle sezioni “Magna Grecia” e “Topografia”.
Un omaggio, dunque, al più grande e famoso eroe della mitologia classica greca le cui dodici fatidiche imprese sono state raccontate nel mondo antico da poeti e letterati, nonché raffigurate da artisti e semplici artigiani in vari stili e su differenti supporti.

 

Al fine di espiare il terribile omicidio di sua moglie, Megara, e dei suoi figli, Eracle, sottoposto alla custodia del re di Tirinto, Euristeo, affronta le sue fatiche ora con umiltà ora con spavalderia, trovandosi sovente a combattere, come uno sciamano, contro belve feroci. All’inizio del percorso della mostra, si colloca il celebre affresco romano da Ercolano contenente la prima delle sue mitiche azioni: la dea Era, sua matrigna, invia contro Eracle, ancora infante, alcuni serpenti velenosi che però vengono stritolati dalla sua proverbiale forza. A partire da questo pannello si susseguono poi tutte le altre opere archeologiche. Spiccano per il loro pregio figurativo ed il loro stato conservativo diversi vasi: una kylix (coppa per bere il vino) da Vulci dipinta da Epiktetos, artista di età arcaica originario dell’Attica (regione attorno ad Atene) con l’uccisione del leone di Nemea; un cratere a figure rosse della collezione Vivenzio recante la lotta dell’eroe contro il toro di Creta; un’anfora attica a figure nere, recuperata da scavi clandestini nel Sud Italia e restituita dal Getty Museum di Malibu (California) all’Italia nel 2007, che raffigura il furto dei buoi sorvegliati dal mostro Gerione; in seguito a tale evento, trascinando una tale numerosa mandria per l’Europa e l’Italia, Eracle avrebbe fondato numerose città. Ad impreziosire il valore della mostra, ulteriori significative testimonianze quali ermette (in un esemplare dalla casa di Diomede a Pompei, l’eroe presenta i suoi tipici attributi, la clava e la pelle del leone di Nemea), argenterie da mensa (famosissime le tazze con le dodici fatiche dal tesoro della casa del Menandro), statuette fittili, perlopiù provenienti da Cales (odierna Calvi Risorta) e rilievi marmorei, tra cui un bellissimo pezzo della collezione Borgia raffigurante Eracle che conquista i pomi del giardino delle Esperidi: l’ultima delle dodici canoniche fatiche, che i visitatori del Mann possono altresì associare al riposo in cui è colto il soggetto della maestosa scultura Glykon-Farnese. Nuovamente reo di gravi peccati, come l’uccisione del suo migliore amico Ifito, ed ucciso involontariamente dalla sua nuova amante Deianira, secondo quanto illustrato in un cratere trovato a Ruvo di Puglia Eracle riceve il premio dell’immortalità nell’Olimpo, a conclusione di una saga davvero appassionante per grandi e piccini.

Angelo Zito

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