Le 4 giornate di Napoli, ricordato l’eccidio di 14 carabinieri

Tavola rotonda alla Federico II sulla strage dei militari della Stazione Porto, nel 75esimo anniversario. Il comandante generale dell’Arma, Nistri: “Napoli la prima ad essersi liberata dall’occupazione nazista”. De Magistris: “La storia può ripetersi”

 

Tra presente e passato, un convegno alla Federico II ricorda l’eccidio di 14 carabinieri della stazione Porto a Napoli. L’atto da cui si fanno partire le 4 Giornate di Napoli. Il 12 settembre del 1943 infatti, le truppe naziste attaccarono la caserma. I 14 carabinieri all’interno reagirono al fuoco. Al termine del combattimento furono catturati, e fucilati il giorno dopo a Teverola. “Le 4 giornate sono l’orgoglio Napoli – ammonisce a margine il sindaco Luigi de Magistris -, ma la storia può ripetersi”. Tra gli intervenuti alla tavola rotonda – promossa dall’ateneo, dall’Arma e dal comune di Napoli – Gennaro Di Paola, l’ultimo partigiano di quei giorni, il filosofo Aldo Masullo, il giornalista Pietro Gargano e Noemi di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. In un continuo gioco di rimandi, la celebrazione si snoda tra l’omaggio al passato e la proiezione al giorno d’oggi. Inizia il rettore Gaetano Manfredi: “Non c’è nessun patrimonio che sia acquisito a priori – sostiene – quindi bisogna essere molto attenti alle sirene che ci raccontano la possibilità di tornare a tempi passati”.  Il comandante interregionale dei carabinieri Ogaden, Vittorio Tomasone, si domanda “quanti giovani sappiano cosa è accaduto nella città in cui vivono, dei sacrifici dei nonni in una città piegata da anni di bombardamenti, cosa è stato l’8 settembre, e cosa l’eccidio dei carabinieri per aver difeso palazzo dei telegrafi”. E il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, sottolinea: “Pizza, spaghetti e mandolino è lo stereotipo per i napoletani e per estensione degli italiani, ma in quei giorni i napoletani non avevano niente eppure sono il popolo che si è liberato da sé dell’occupazione, prima dell’arrivo degli alleati”. De Magistris evoca quanto “si ascolta e si respira in Italia come in Europa. Ci sono delle similitudini che non vanno sicuramente sopravvalutate né vanno tratte conclusioni affrettate, ma nemmeno sottovalutate”. “Bisogna impegnarsi – aggiunge il sindaco – affinché i valori scritti con il sangue nei primi 12 articoli della Costituzione possano vivere nei corpi nei cuori, nelle menti e nella lotta quotidiana di ogni cittadino”.

Gianmaria Roberti

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