La storia di Napoli tra carte, suoni e immagini

Il Cartastorie è il nuovo allestimento multimediale del Museo Archivio Storico Banco di Napoli: intende dare voce a nomi e storie di vita cittadina racchiusi in un ambito di quasi 500 anni

“Ognuno di noi è soprattutto ciò che lo ha preceduto”. La celebre frase di Henri Louis Bergson è lo slogan che riassume il messaggio lanciato da “Il Cartastorie”, nuovo percorso multimediale del Museo Archivio Storico Banco di Napoli inaugurato lo scorso 30 marzo presso la prestigiosa sede di via Tribunali 213 che custodisce in 330 stanze circa 80 km di documenti.

 
L’allestimento intende dare voce a nomi e storie di vita napoletana racchiusi in un ambito di quasi 500 anni, a partire dall’età vicereale, con gli archivi degli otto Banchi pubblici impegnati nell’assistenza alle povere vittime degli usurai, radunati poi nell’Ottocento in un unico ente finanziario, sino ad arrivare ai più recenti incartamenti del XX secolo. Estremamente vario ed interessante il patrimonio in esposizione: dai libri maggiori, con i conti intestati ai clienti ed organizzati secondo il classico schema “dare” e “avere”, al giornale copia-polizze dove sono annotate le causali di pagamento che riguardano tanto beni ed oggetti comuni quanto importanti pezzi quali, ad esempio, i gioielli donati da illustri benefattori al tesoro di San Gennaro. Le fedi di credito, antesignane dei moderni assegni circolari, nonché i bancali, foglietti in cui il “correntista” segnava importi e motivi dei versamenti, accatastati a loro volta su pile dette popolarmente “filze”, arricchiscono e completano il notevole corpus museale.

 
Ad accompagnare la visita alcuni filmati nei quali accanto alla proiezione di suggestivi scorci di Napoli vengono rievocati da voci narranti personaggi e vicende menzionati su documenti di proprietà del Banco. Da una parte, il racconto biografico di un medico siciliano, giunto nel 1656 a Napoli nel tentativo, rivelatosi poi vano, di curare il figlio di un suo collega, consente di rivivere la triste atmosfera causata dal dilagare della peste, flagello contro il quale non sembra esserci rimedio ad eccezione delle preghiere rivolte alla Vergine dalle donne del popolino. Dall’altra, un semplice servitore di nome Gennaro ricorda con minuzia di particolari ed in tono leggermente ironico la vita e le passioni del suo signore, il principe di Sansevero Raimondo di Sangro: un uomo sicuramente originale ed eclettico, conosciuto sia come scienziato per i numerosi alambicchi posseduti e per le due inquietanti macchine anatomiche ancora oggi visibili nella sacrestia della famosa cappella di famiglia che come mecenate ed acuto intenditore di arte per la commissione del Cristo Velato affidata allo scultore Giuseppe Sanmartino.
“Il Cartastorie” è visitabile gratuitamente sino al prossimo 31 maggio nei seguenti giorni: lunedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 17; martedì e venerdì dalle 14 alle 20; domenica dalle 10 alle 14.

Angelo Zito

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