Diario della Cuba nascosta vista da un napoletano

Polvere di Las Tunas di Marco Martone è un racconto di viaggio lungo dieci anni sull’entroterra dell’isola caraibico, quello dove il progresso fa fatica ad arrivare

Un giornalista napoletano e il suo ritratto di Cuba. O Cuba vista dal più cubano dei giornalisti napoletani. Un affresco lontano dal quadro esotico e caliente dell’isola caraibica lo offre Polvere di Las Tunas (Graus Editore) di Marco Martone. E’ un caleidoscopio di istantanee che l’autore ha catturato durante i vari soggiorni cubani. Un racconto di viaggio, frutto di emozioni cresciute dopo tanti anni a Las Tunas vissuti tra sensazioni contrastanti, vento, polvere, strade chiassose, solcate da carretti trainati da cavalli o da enormi camion, dove decine di persone viaggiano pazienti verso il lavoro nei campi.

“Las Tunas sembra immobile, senza scossoni. Qui il progresso fa fatica ad arrivare. Prima o poi accadrà e allora carretti e polvere segneranno il passo, lasciando spazio ad auto e strade asfaltate. Ma non sarà più la mia città”.

Nelle pagine scompaiono i bagliori della Cuba dei circuiti turistici, e lasciano il posto all’entroterra, quello che rappresenta ancora oggi l’essenza e lo spirito del popolo caraibico. Un libro autobiografico che raccoglie 10 anni di vita vissuta a Victoria di Las Tunas, capitale di una delle regioni più “autentiche” di Cuba.

Lino Zaccaria, presidente del Corecom, ha curato la prefazione del libro: “Sulla polverosa Las Tunas, Martone scatta con l’occhio curioso e indagatore del cronista di razza mirabili flash di vita quotidiana, descrive il rito natalizio del maialino, il clima dominato dai rimi musicali cubani, l’esuberanza de las chicas. Lo fa con quell’aria disincantata, che mostra a sprazzi persino ingenuo stupore e che si traduce in ardente vena di giudizio”. La polvere come metafora di un mondo antico. Un universo più vicino alla Cuba povera ma integra degli ultimi decenni.

 

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