Carlo di Borbone e le antichità, al Mann la mostra sul re archeologo

L’esposizione chiude le celebrazioni in onore del sovrano borbonico nel terzo centenario dalla nascita

Un doveroso omaggio al re napoletano “archeologo”, per chiudere degnamente le celebrazioni in suo onore nel terzo centenario dalla nascita. E’ stata inaugurata nel pomeriggio di ieri al Mann la mostra “Carlo di Borbone e la diffusione delle antichità” che pone l’accento sull’importante ruolo che ebbe il sovrano borbonico nella riscoperta delle testimonianze monumentali di Ercolano e Pompei.

“La figura di Carlo di Borbone è sicuramente legata a Napoli e alla Spagna, in particolar modo con la sua capitale, Madrid – ha ricordato ai presenti, prima del taglio del nastro, il direttore del Museo napoletano, Paolo Giulierini, – Qualche giorno fa in occasione della presentazione al Mann del calendario del calcio Napoli  – ha poi proseguito raccontando un simpatico aneddoto – si parlava proprio del sovrano borbonico come elemento di congiunzione tra il popolo partenopeo e quello spagnolo; una storica unione, questa, che tuttavia si interromperà il prossimo febbraio, anche se brevemente e fortunatamente solo per motivi sportivi!”.

L’ Assessore alla cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele, si è invece soffermato sulle finalità dell’esposizione, realizzata d’intesa con la Real Academia de Bellas Artes di San Ferdinando a Madrid e l’Accademia de San Carlos di Città del Messico:”ll valore di questa mostra sta nel riproporre, senza alcun spirito di nostalgia, un passato glorioso che ci induce a guardare con ottimismo verso il futuro. Parafrasando il poeta tedesco Goethe, ricevendo tale prezioso patrimonio documentario si è sentito in qualche modo il bisogno di “riconquistarlo” attraverso questo allestimento per trasmetterlo alle nuove generazioni”.

 

 

 

Piuttosto variegato il corpus espositivo, spiegato ai presenti dalla curatrice Valeria Sampaolo: dai ritratti eseguiti dai pittori Giuseppe Bonito e Francesco Liani si passa al singolare accostamento tra una statuetta ellenistica di Alessandro Magno a cavallo ed il bozzetto per il monumento equestre di re Carlo, destinato al suo Foro (l’attuale piazza Dante!) ed in realtà mai eseguito. Di notevole pregio un piccolo medagliere attraverso il quale vengono commemorati alcuni importanti eventi di corte, quali l’incoronazione del sovrano a Palermo del 1735 e le nozze con Maria Amalia di Sassonia del 1738. Tra i pezzi più importanti, inoltre, alcuni volumi delle Antichità Ercolanesi, elaborati a Portici da un gruppo di disegnatori ed incisori e la cui diffusione in Italia e presso le corti europee alimentò il gusto neoclassico settecentesco. Suggestiva, a tal proposito, l’associazione tra le raffigurazioni di alcuni noti affreschi mitologici (“Il ritrovamento di Telefo”, “Achille ed il centauro Chirone”), apprezzabili anche in formato virtuale, e quelle che l’accademico Francesco Maria Pratilli definì “rami a maraviglia intagliati”, ovvero le matrici in rame della Reale Stamperia che sono state per l’occasione accuratamente restaurate.  A completare l’interessante quadro storico-archeologico taluni reperti scoperti negli anni del governo illuminato di Carlo, da un pregevole busto marmoreo di fanciullo con bulla da Ercolano alle statuette ornamentali bronzee di Sileni che adornavano l’impluvio della Villa dei Papiri. “Carlo di Borbone e la diffusione delle antichità” sarà visitabile sino al 16 marzo 2017 durante il regolare orario di apertura del Mann.

Angelo Zito

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