Napoli, Palazzo San Giacomo: si dimette l’assessora De Majo. Correrà con una lista targata Gesco

In frantumi il laboratorio Napoli

L’assessora alla Cultura del comune di Napoli, Eleonora De Majo ha rassegnato le dimissioni. In una lunga lettera la leader del centro sociale “Insurgencia” spiega di non riconoscersi più “da tempo in questo progetto politico amministrativo”, ma fa capire che decisive per la sua scelta sono state “le ultime vicende, che riguardano la composizione della Commissione tecnico-popolare per la scelta della statua di Maradona“. Vicende che “stanno assumendo la piega di un pesantissimo accanimento personale, che è arrivato alla perquisizione in casa con il sequestro di telefoni e computer, motivo per cui sono irreperibile da qualche settimana, e dalla pubblicazione sui giornali cittadini di atti che mi riguardano relativi a indagini ancora in corso di cui a stento io stessa avevo avuto conoscenza”. La De  Majo si riferisce alle vicende che riguardano la composizione della commissione tecnico-popolare per la scelta di una statua raffigurante Maradona. “Scelte per le quali non devo in alcun modo giustificarmi perché  sono state fatte nella massima trasparenza e correttezza e che rivendico fortemente” spiega l’ormai ex assessora – Ma il tempo è galantuomo e questa vicenda alla fine verrà fuori per quella che è. Di questo ne sono convinta“.

Duro attacco alla Clemente – Ci sono però anche “ragioni assai più profonde e di più lunga durata rispetto ai fatti recenti, che hanno di certo amplificato la sensazione di estrema lontananza da questa amministrazione: non ho mai fatto mistero dell’enorme scetticismo nei confronti dell’indicazione di un candidato sindaco per le prossime amministrative, calata dall’alto e senza confronto con la città”. Il riferimento in questo caso è alla candidatura a sindaco di Alessandra Clemente, annunciata dal sindaco uscente Luigi de Magistris. “Nessun pregiudizio – aggiunge de Majo – piuttosto la convinzione da principio che quella candidatura non sarebbe riuscita ad interpretare né a farsi portavoce delle battaglie, delle rivendicazioni e delle scelte più radicali, innovative e progressiste che hanno caratterizzato le fasi migliori di questo decennio, né a costruire una visione di città inclusiva, capace di guardare innanzitutto alle fragilità e di sfidare l’asfittico dibattito tra ceto politico che si sta sviluppando alla vigilia del voto”.

L’ex assessora “Ho subito attacchi politici pesantissimi” – “Questi anni – scrive de Majo – sono stati estremamente faticosi sul piano politico e su quello personale. Le ultime vicende sono solo l’epilogo di una storia assai più lunga”.Ho subito attacchi di ogni tipo – spiega – mai sull’azione amministrativa, ma sempre sulle scelte politiche e sulle opinioni. Sono stata attaccata dal segretario della Lega Matteo Salvini, letteralmente perseguitata sui social network per mesi dai suoi seguaci leghisti. Sono stata attaccata per le mie posizioni a favore della causa palestinese. Attacchi che puntavano e puntano ancora oggi solo a delegittimare il mio percorso politico di donna militante prima e di donna delle istituzioni poi, che ha semplicemente scelto di restare fedele alle proprie idee e di non voltare mai le spalle alla propria comunità e al proprio mondo di provenienza. Se tutto questo ha fatto paura sono felice di aver fatto paura”.

Assessora senza risorse – De Majo sostiene di aver fatto “il massimo possibile in un anno difficilissimo, con risorse esigue, imparagonabili a quelle degli anni precedenti, ed infinite restrizioni, cercando di ascoltare ed incontrare tutti, restando fedele a due principi fondamentali, che questo Paese troppo spesso dimentica: che il lavoro culturale sia lavoro e come tale va protetto e tutelato, e che la cultura è linfa vitale delle città, senza la quale crescono rapide le passioni tristi, il rancore, la barbarie sociale. Quello che sono riuscita a fare lo devo innanzitutto a Napoli, città che anche quando è in ginocchio reclama bellezza e per la quale ho avuto l’onore di ricoprire un ruolo prestigiosissimo. Spero solo di essere riuscita a lasciare un piccolo segno positivo in questo tempo così buio”, conclude de Majo.

Stando ad alcune indiscrezioni, l’ex assessora De Majo sarebbe orientata a candidarsi alle prossime elezioni comunali in una lista vicina al Consorzio Gesco, la rete di cooperative e aziende sociali gestite da Sergio D’Angelo ma non è escluso un accordo tra gli esponenti storici di Insurgencia e i vertici locali del Movimento 5 Stelle e del partito democratico per la promozione di un’ampia coalizione a sostegno della candidatura a sindaco di Roberto Fico o di Gaetano Manfredi.

Dunque, è andato in frantumi il cosiddetto “laboratorio democratico e di ascolto di tutte le istanze sociali” tanto enfatizzato dal sindaco De Magistris. Nella realtà è andato in crisi il patto stipulato dieci anni fa tra l’ex Pm e i capi dei centri sociali tutti ex esponenti di Rifondazione Comunista, un patto nato per garantire pace sociale e contenimento di qualsiasi forma di conflitto sociale in Città. Un patto che si è mantenuto con la suddivisione di poltrone assessoriali e consiliari, la cessione di strutture pubbliche, consulenze e incarichi nelle aziende partecipate. Un patto d’argilla.

CiCre

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