C’eravamo tanto amati, rotto il gemellaggio Napoli-Genoa dopo 37 anni

Un volantino notturno sul web, firmato dalle due curve napoletane, ufficializza quanto era nell’aria: sancito il divorzio della storica fratellanza ultrà, nata da una salvezza del Grifone al San Paolo. Alla base, una lunga freddezza e l’ultimo episodio: lo striscione celebrativo al Ferraris per Daniele Belardinelli, tifoso interista morto negli scontri del 26 dicembre

Un volantino diffuso a tarda ora sul web, firmato dagli ultras Napoli di curva A e B, evento che sancisce la solennità dell’annuncio: è rotto il gemellaggio tra le tifoserie di Napoli e Genoa. Un trauma per tanti, perché era uno degli storici legami del tifo italiano, in piedi da ben 37 anni. Era nato in uno storico Napoli-Genoa dell’ultima di campionato 81-82, quando i grifoni strapparono un 2-2 e la salvezza al San Paolo, condannando il Milan alla serie B. Dal 16 maggio 1982 al 7 aprile 2019, il gemellaggio muore nel giorno di un’altra partita tra azzurri e rossoblu. Anche se la decisione viene ufficializzata circa 24 ore dopo. Ma chi respira il battito ultrà, aveva già colto segnali di fumo, nel gelo di domenica sera.
Spiegando il divorzio, la prosa curvaiola non risparmia i toni lirici. “Dopo mesi di lunghi e assordanti silenzi – si legge nel comunicato -, un rapporto caratterizzato da colori intensi, sbiadisce in una domenica di aprile. Sarebbe lungo e inutile annoverare le cause della fine del rapporto mal curato e basato solo su amicizie personali. Longevo vero, ma non trasferite ad un livello di ultras come così si converrebbe”. Inutile rivangare, adesso, sono “tante le ragioni, come la solidarietà verso una tifoseria che ci ha teso un vile agguato, senza nemmeno chiedersi come stessero i gemelli coinvolti negli scontri”. Forse, a far traboccare il vaso, proprio l’ultima allusione: uno striscione in ricordo di Davide Belardinelli, il tifoso nerazzurro morto negli scontri prima di Inter-Napoli, esposto dagli ultras liguri durante Genoa-Inter. In quegli incidenti sono rimasti feriti anche tifosi napoletani, vittime di un’imboscata. Ma non è tutto: l’addio è figlio pure di una lunga freddezza, palpabile nel match di novembre a Marassi. “Non condividiamo la linea di tendere le mani a compagini nemiche – afferma la tifoseria azzurra – colpevoli di aver tolto la vita a dei nostri fratelli. La nostra coerenza ci impone di restare solidali, senza sfociare in buonismo che non onora il nostro essere. Abbiamo avuto cura di restituire in casa la stessa indifferenza dell’andata, poiché non ci sarebbe piaciuto fare i gradassi al San Paolo”. E allora, “al di là di ogni singola perplessità, gli ultras del Napoli delle due curve comunicano ufficialmente rotto il vecchio rapporto con i genoani in piedi da anni”. La postilla finale serve a ribadire la dura legge delle curve: “Consci di amicizie personali costruite da singoli ribadiamo che la decisione riguarda solo gli ultras. Con un grosso dispiacere dentro di noi, il nostro essere fieri e coerenti ci ha imposto questa scelta, ormai non più rimandabile”. Li univa il mare, ora li divide un abisso.

 


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