Napoli: voti in cambio di stage retribuiti in azienda, indagate due candidate del Pd

L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Coinvolte Anna Ulleto, che sarebbe eletta in consiglio comunale se vincesse de Magistris, e Rosaria Giugliano, non eletta alla II Municipalità. Gli indagati sono sei. Gli inquirenti sospettano che le esponenti dem abbiano ricevuto voti in cambio di promesse di inserimento nel programma lavorativo Garanzia Giovani, finanziato dalla Regione

Nel giorno in cui scoppia lo scandalo del video sui presunti brogli fuori ai seggi delle comunali, arriva una tegola sul Pd. Due candidate alle amministrative di Napoli sono indagate per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Una è Anna Ulleto (nella foto), candidata al Consiglio comunale, l’altra Rosaria Giugliano, in lizza per la II municipalità. Ulleto ha ricevuto 2.263 voti e sarebbe proclamata eletta dopo il ballottaggio, in caso di vittoria per de Magistris. Giugliano 297 preferenze. Un decreto di perquisizione è stato eseguito dai carabinieri nelle abitazioni e nelle sedi dei comitati elettorali delle due. Il provvedimento è stato messo dal pool reati contro la Pubblica amministrazione della procura di Napoli, coordinato dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, nell’ambito di un’indagine del pm Francesco Raffaele. In tutto sarebbero sei le iscrizioni nel registro degli indagati, ma non ci sarebbero altri politici coinvolti. L’ipotesi investigativa è che le candidate – che hanno condotto in tandem la campagna elettorale – abbiano ricevuto voti in cambio di promesse di inserimento nel programma Garanzia Giovani, finanziato dalla Regione Campania. Si tratta di stage remunerati in aziende. In particolare le due donne avrebbero riferito di poter controllare gli accessi per il programma europeo che favorisce l’avvicinamento dei giovani tra i 15 e i 29 anni al mercato del lavoro, entro un periodo di 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione. La Ulleto, imprenditrice nel settore della cooperazione, era stata anche candidata alla Regione nel 2015: non fu eletta nonostante 7.000 preferenze.

 

ULLETO: “DELUSA E AMAREGGIATA, MI AUTOSOSPENDO DAL PD” – “Sono delusa e amareggiata per quanto successo in queste ore. Ho deciso di non restare in silenzio perché chi ha la coscienza a posto deve sempre metterci la faccia. Consapevole che la verità viene sempre a galla e su questo confido ciecamente nel lavoro della magistratura, nei confronti della quale nutro profondo rispetto e stima”. Così Anna Ulleto, detta Lea, commenta l’indagine che la coinvolge sul suo profilo Facebook. L’esponente politica ribadisce “disponibilità e collaborazione perché sono estranea a qualsiasi addebito”. E annuncia: “Nel rispetto dei miei elettori, di chi ha creduto in me e del mio partito, comunico la decisione di autosospendermi dal Pd fino a quando questa vicenda, che ha segnato in negativo la mia vita, non sarà definitivamente chiusa. Vi abbraccio con grande affetto”.

 

SERRACCHIANI: “IL PD E’ PARTE LESA” – Se saranno riscontrati i fatti su Napoli riportati dalle agenzie di stampa, il Pd sarebbe parte lesa rispetto a certi comportamenti”. In una nota, il vice segretario nazionale del Pd, Debora Serracchiani, commenta l’indagine. “La magistratura  – aggiunge – faccia chiarezza sugli episodi contestati, senza sconti per nessuno e per il ripristino della legalità violata”. Sulla stessa linea Assunta Tartaglione, segretario regionale dem. “Se la magistratura dovesse accertare la veridicità dei fatti riportati dagli organi di stampa, il Pd sarebbe parte lesa in questa vicenda – Come abbiamo sempre fatto – continua Tartaglione – siamo al fianco della magistratura, auspichiamo che la vicenda venga chiarita al più presto e che eventuali responsabilità vengano perseguite con la massima fermezza”.

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