Morte di Fortuna Loffredo, chiesta riesumazione del corpo del piccolo Antonio Giglio

Il legale che assiste la famiglia della bambina morta dopo un volo di 30 metri: “Chiediamo un intervento del Ris per accertare la dinamica della morte del bambino”

Troppo simili quelle due morti, per non colpire l’immaginario. E troppe le coincidenze, in quell’orribile intreccio di silenzi e coperture. Così è stata chiesta la riesumazione del corpo di Antonio Giglio, il bimbo di tre anni che il 27 aprile 2013 precipitò da una finestra dello stesso stabile in cui sarebbe morta Fortuna Loffredo, un anno dopo, e con modalità identiche. “Intendiamo accertare le reali cause del suo decesso  – afferma Angelo Pisani, legale della famiglia di Fortuna Loffredo, che sarebbe stata violentata e uccisa il 24 giugno 2014 al Parco Verde di Caivano – e individuare i responsabili, qualora emergessero particolari tali da ipotizzare che per Antonio non si sia trattato di un evento accidentale come aveva dichiarato la madre, ma di un omicidio”. Pisani auspica anche un intervento dei Ris affinché “con indagini mirate si possa stabilire con esattezza la dinamica, la traiettoria o quant’altro possa chiarire una volta per tutte la causa reale della sua morte, se sia stata cioè davvero accidentale o volontaria”. Sulla richiesta di riesumazione si pronuncerà il giudice delle indagini preliminari. Antonio Giglio era il fratellino delle tre figlie di Marianna Fabozzi, le bimbe che, assistite da psicologhe in una casa famiglia, hanno raccontato agli investigatori quanto avveniva nell’abitazione del Parco Verde di Caivano. E hanno accusato dell’omicidio della piccola Fortuna e di abusi sessuali Raimondo Caputo, il loro patrigno 43enne, arrestato tre giorni fa per la seconda volta ed aggredito in cella da altri detenuti. Caputo ha respinto ogni addebito.

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