Scandalo petrolio, indagato l’ammiraglio De Giorgi. I pm sentiranno Boschi e Guidi

Il capo di stato maggiore della marina sull’indagine di Potenza: “Non conosco sulla base di quali fatti il mio nome venga associato a questa vicenda”. I magistrati si recheranno a Roma per ascoltare il ministro per i rapporti col parlamento e l’ex ministro dell sviluppo. Renzi: “Non ci manderanno a casa”

La brutta sorpresa l’ha avuta dai massmedia. “Non conosco sulla base di quali fatti il mio nome venga associato a questa vicenda. La cosa mi sorprende e mi amareggia, e tutelerò la mia reputazione nelle sedi opportune”. Il capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, commenta così le notizie sul suo coinvolgimento nell’inchiesta della procura di Potenza sul petrolio in Basilicata. De Giorgi è iscritto nel registro degli indagati al pari di Valter Pastena, dirigente della Ragioneria dello Stato. Le accuse vanno dall’associazione per delinquere all’abuso d’ufficio fino al traffico di influenze, contestate anche a Gianluca Gemelli, compagno di Federica Guidi. E proprio il fresco ex ministro dello sviluppo, da quanto si apprende, sarà ascoltato dai pm, come il ministro per i rapporti con il parlamento, Maria Elena Boschi. I magistrati si recheranno a Roma per ascoltare Boschi e Guidi.

 

 

I PM: APPELLO PER ARRESTARE GEMELLI – La Procura della Repubblica di Potenza presenterà appello contro il rigetto del gip potentino Michela Tiziana Petrocelli della richiesta di arresto per Gianluca Gemelli.

 

 

RENZI: “MOZIONE DI SFIDUCIA NON CI MANDERA’ A CASA”. IL PD FA CAUSA A GRILLO – Di fronte all’annunciata mozione di sfiducia del M5S, Renzi ostenta sicurezza: “La disponibilità immediata di Guidi ad un passo indietro ha gettato nel panico le varie opposizioni che a quel punto non sapendo che fare hanno iniziato ad urlare ancora più forte chiedendo le dimissioni dell’intero governo, responsabile non si sa bene di cosa. E presentando l’ennesima mozione di sfiducia. Andremo in Parlamento, spero prima possibile. E ancora una volta  – scrive il premier nella sua eNews – il Parlamento potrà mandarci a casa, se vorrà. Ma non credo succederà neanche stavolta”. Renzi annuncia inoltre che il Partito democratico porterà Beppe Grillo in tribunale.

“I militanti del Pd non meritano gli insulti di un pregiudicato – scrive Renzi – ho detto che noi del governo non raccogliamo le loro polemiche. Ma il Pd invece ha il dovere di reagire. Io credo nella polemica politica e penso che sia giusto che ognuno dica la sua, in piena libertà. Ma esiste un limite e quel limite lo traccia il codice penale. Per questo il Pd ha deciso di querelare in sede civile e penale Beppe Grillo che pure alle condanne penali – a differenza nostra – è abituato. Perché lo ha fatto? Perché Grillo non si è limitato alle polemiche, anche dure. Ha detto che su questa vicenda il Pd è colluso e complice. Tutti con le mani sporche di petrolio e di soldi’. Sono parole pesanti come pietre: colluso, complice, mani sporche di denaro”.

“Ora – prosegue Renzi – io conosco la comunità delle donne e degli uomini del Pd. Sono persone per bene, volontari con passione politica, gente che tiene i circoli aperti, organizza i tavolini nelle piazze, fa i tortellini alla Festa dell’Unità. Accusare questa grande comunità di fare errori o di aver scelto come leader uno non capace significa fare una polemica politica discutibile quanto si vuole, ma politica. Accusarla di essere complice e collusa, con le mani sporche di denaro e petrolio significa insultare donne e uomini che non lo meritano. Andremo in tribunale e chiederemo a Beppe Grillo i danni”.

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