Sanità, allarme diabetici: amputazione del piede nell’80% dei casi

Il IV congresso della chirurgia vascolare “The latest in vascular surgery” a Napoli

L’amputazione del piede nei soggetti affetti da diabete sfiora l’80% dei casi, con conseguenze e ricadute socio-economiche rilevanti. Lo ha chiarito Francesco Pignatelli, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale dei Pellegrini di Napoli a conclusione del IV congresso della chirurgia vascolare “The latest in vascular surgery”, da lui organizzato e svoltosi a Napoli, al quale hanno partecipato esperti di fama nazionale e internazionale, tra cui i professori Carlo Setacci (Siena), Domenico Palombo (Genova), Francesco Speziale (Roma), Eric Ducasse (Bordeaux), Piotr Kasprzak (Germania), Isabelle Di Centa (Parigi) e Nicola Mangialardi (Roma, presidente Sicve – Società italiana di chirurgia vascolare ed endovascolare). “Con l’Asl Napoli1 Centro – ha detto Pignatelli – stiamo attrezzando un polo per la cura del piede diabetico con un’equipe multidisciplinare, per la presa in carico del paziente e per il trattamento delle ulcere difficili”.

“Con l’utilizzo della medicina rigenerativa nel campo della chirurgia vascolare – ha aggiunto il clinico – è possibile intervenire anche su casi di particolare gravità. La rigenerazione dei tessuti, che avviene com’è noto con sostanze endogene, può consentire il trattamento e la cura di vasculopatie periferiche, pari a circa il 10% della popolazione (il 20% negli ultrasettantenni), spesso di difficile guarigione, come quelle relative al piede diabetico”.

“Il dovere della comunità vascolare – è poi intervenuto Nicola Mangialardi – è quello di comunicare a tutti i colleghi le evoluzioni del settore, sempre nell’interesse maggiore dei pazienti le recenti innovazioni tecnologiche sono mininvasive e offrono molteplici possibilità terapeutiche per l’aorta addominale, l’aorta toracica, l’arco dell’aorta e l’ischemia critica. I soggetti più fragili e gli anziani ma anche i più giovani possono essere curati con un’aggressione chirurgica molto inferiore rispetto al passato”.

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