Parole d’autore – L’importanza di conoscere la Napoli di Barbagallo

Solidarietà, il senso di comunità nel suo essere civile, a discapito dell’esclusione. Questo è uno dei messaggi, tra i più significativi, che fuoriescono dalle pagine dello storico salernitano

“Va ricostruita, invece, la dignità delle persone come partecipi di comunità solidali e civili orientate verso un futuro non costruito sull’esclusione”. Solidarietà, il senso di comunità nel suo essere civile, a discapito dell’esclusione. Questo è uno dei messaggi, tra i più significativi, che fuoriescono dalle pagine del libro dello storico salernitano Francesco Barbagallo “Napoli fine Novecento-Politici camorristi imprenditori”(Einaudi, 1997). Il libro ha posto un giovane lettore in un viaggio nella Campania, Napoli, Italia, degli anni cinquanta sino al post-terremoto, all’apertura del sipario di Mani Pulite. Ci si può fare un’idea su come siano andate le cose. Sarebbe un errore: è andata molto peggio. E vedere oggi come oggi il territorio nostrano ancora più deturpato, vilipeso, stuprato in ogni suo angolo è avvilente. Oggi l’ecomafia, ma prima? Il continuum di questa scadente classe politico-imprenditoriale, atta all’uso smodato e onanistico del denaro pubblico e dell’avvelenamento di tutto il circondariale ha “aggravato invece che attenuato i più drammatici problemi nazionali-la frattura tra Nord e Sud, la debolezza strutturale del Mezzogiorno-e soprattutto-continua-ha inciso pesantemente nella già tenue fibra morale del paese […] concludendo-le fragilità morali sono ancora più lente e difficili da curare delle debolezze economiche e delle disparità sociali”. Fragilità morali.

 

Ed è questa mancanza di moralità che ha portato la Dc campana ad espandere un potere da cui la camorra è stata assorbita quasi come un’amante: è così per l’economia della catastrofe, leggasi terremoto del novembre ’80, la SS 7 quater, la ristrutturazione dei Regi Lagni, ed è stato così per la costruzione dell’Interporto e del Cis di Nola, che poi vai vedendo di chi sono figli? Un certo Punzo, “pannazzaro” di Piazza Mercato, arrestato e poi prosciolto per i rapporti col boss Carmine Alfieri. Si parla del centro di smistamento merci più importanti del meridione. Opere che hanno trasformato i partiti in veri e propri “comitati d’affari” oggi comunemente conosciuti come think thank. ‘Na manica ‘e fetienti che hanno fatto sì che con la “scusa” del terremoto giungessero in Campania fondi ministeriali non indifferenti grazie alla legge, e conseguenziale raggiro della stessa, n.219 del 14 maggio 1981 (con proroga e accelerazioni con legge ordinaria n.80 1984) recante disposizioni per la ricostruzione. Il paradosso è che per la maggiore delle opere pubbliche dell’epoca dei magnifici anni ottanta sono state eseguite grazie alle ingenti somme di denaro relative, lasciando nel 1990 il 15% delle famiglie senza tetto. Basta guardarsi intorno, sia oggi che dare uno sguardo allo ieri:”Anche per evitare il rischio di un riduzionismo già in atto, caratteristico di una nazione e di un popolo poco propensi agli esami di responsabilità personale e collettiva: pronti più facilmente a passare da una esperienza all’altra senza verificare e tanto meno saldare i conti precedenti”.

Vincenzo Perfetti

(Foto unina.it)

Vincenzo Perfetti

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