Per gli imputati le accuse, a vario titolo, di estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante di aver agito per agevolare il clan dei Casalesi

NAPOLI – La Procura di Napoli li accusa di aver costretto il Comune di Casal di Principe e la Regione Campania a compiere attimi illegittimi ”per impedire o rallentare la creazione di altri impianti da parte di società concorrenti”, approfittando del legame coi Casalesi, per avvantaggiare le società di famiglia: l’Aversana Petroli, l’Aversana Gas e l’Ip Service. Il Gup di Napoli Antonella Terzi ha rinviato a giudizio Nicola Cosentino, attualmente detenuto, e i fratelli Giovanni e Antonio, entrambi ai domiciliari. Assieme a loro finiscono alla sbarra altre 12 persone, tra cui l’ex prefetto di Caserta Maria Elena Stasi, accusate di estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante di aver agito per agevolare il clan in relazione alla gestione degli impianti di carburanti di proprietà della famiglia dell’ex sottosegretario. I fratelli del boss Michele Zagaria, Pasquale e Antonio hanno scelto il rito abbreviato. Tutti gli altri dovranno comparire il 9 aprile prossimo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere davanti al collegio presieduto da Giampaolo Guglielmo, lo stesso davanti al quale è attualmente in corso il processo Eco4 che vede imputato Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione mafiosa. A far partire le indagini le dichiarazioni di Luigi Gallo, titolare di una stazione di servizio in costruzione a Villa di Briano.

 

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