I tre sono ritenuti affiliati al clan De Feo. Decisive le denunce delle vittime
BATTIPAGLIA – Determinante per l’avvio delle indagini la denuncia, la scorsa estate, del titolare di un negozio di articoli per l’igiene, non disponibile a cedere alla richiesta estorsiva di ben cinquemila euro. Prima sarebbe stato minacciato per telefono, poi sarebbero cominciate le rappresaglie, bloccandogli le serrature del negozio con la colla e mettendo una bottiglia di liquido infiammabile accanto la serranda. Un messaggio chiaro, secondo gli inquirenti, perché due settimane prima il supermercato di fianco era andato completamente distrutto da un incendio. Nelle prime ore della mattinata, i Carabinieri della Compagnia di Battipaglia hanno eseguito una misura di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Salerno nei confronti di 3 pregiudicati locali, accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. I tre sono ritenuti affiliati al clan De Feo, attivo a Battipaglia e Comuni limitrofi. Nel corso delle indagini, alla prima denuncia si è aggiunta quella del titolare di una sala scommesse, al quale sarebbe stata intimata la consegna di 500 euro a settimana per i carcerati se non voleva subire una “rotta di ossa”. A supportare i carabinieri nelle indagini, anche le immagini del sistema di videosorveglianza della zona, che hanno permesso di individuare il 20enne pregiudicato che ha lasciato la bottiglia incendiaria davanti al supermercato.
GLI ARRESTATI
. INGARRA Francesco, del 1969;
. PALLADINO Sabato, del 1965;
. TOMMASSINI Giuseppe, del 1968,
Già detenuto per la medesima causa SATURNO Nicola del 1991.