In manette il 51enne Raffaele Cilindro. Sequestrati bene per 1,5 milioni

NAPOLI – Oltre alle cimici e alle attività di osservazione del Ros dei carabinieri, a inguaiarlo sono state le recenti dichiarazioni del pentito Attilio Pellegrino, arrestato la settimana scorsa per tentato omicidio. Oggi in manette è finito il 51enne imprenditore Raffaele Cilindro, originario di San Cipriano d’Aversa, impegnato negli appalti per la ricostruzione post terremoto a L’Aquila. Cilindro, arrestato a Casapesenna, è accusato di aver favorito la latitanza del capoclan Michele Zagaria, che secondo gli inquirenti avrebbe anche ospitato mentre era alla macchia, e di aver riciclato denaro della cosca. Contestualmente all’arresto sono stati sequestrati anche beni per un valore di un milione e mezzo di euro.

L’INDAGINE – Dall’indagine emerge che Cilindro avrebbe ricevuto periodicamente denaro dal clan e gestito i contatti tra gli affiliati. Avrebbe anche accompagnato Pasquale Zagaria, fratello del boss, a summit di camorra e ospitato in casa sua l’ex primula rossa dei Casalesi. A parlare di Cilindro, oltre a Pellegrino, cassiere del clan dal 2010, anche un altro pentito: Massimiliano Caterino, incaricato dal capoclan di mantenere i rapporti con gli imprenditori di Casapesenna. Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza cautelare del gip di Napoli, le indagini coordinate dalla Dda di Napoli, hanno consentito di documentare gli stabili contatti di Cilindro con appartenenti alla fazione Zagaria e con i fratelli del boss Pasquale e Antonio Zagaria, nonché frequenti viaggi a Venezia e serate con altri imprenditori e affiliati al casinò, apparntemente organizzati per divertimento e invece finalizzati a riciclare il denaro del clan.”Dalle indagini – spiega il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli – è, inoltre, emerso il solido rapporto relazionale con l’imprenditore di Casapesenna Raffaele Donciglio, anch’egli recentemente raggiunto da un provvedimento restrittivo emesso dal gip del tribunale di Napoli”.