Vertenza Anm, la Cgil: “Le scelte vanno condivise con i lavoratori”

 

 

La Confapi in favore della privatizzazione

Ancora nessuna soluzione  per la vertenza Anm, mentre il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris continua a lanciare ultimatum o ventilare fallimenti aziendali senza assumere iniziative concrete per dirimere la vertenza e stemperare la tensione.

Il governo cittadino di Piazza Municipio non è esente da responsabilità, negli ultimi anni non ha promosso iniziative concrete per avviare processi di radicale cambiamento nell’azienda partecipata, combattere sprechi, discriminazioni, feudi.

E non solo. Sarebbe necessaria una efficace collaborazione istituzionale, alleanze strategiche tra il Comune e la Regione per promuovere, condividere conferenze di servizio e di settore, redigere piani industriali, sollecitare lo stanziamento di risorse nazionali per creare una moderna rete di trasporto pubblico locale.

In merito alle questioni aziendali e occupazionali da segnalare una nota del segretario generale della Filt Cgil campania, Natale Colombo.

“Le conferme e le smentite sul referendum lanciato da qualche sigla sindacale ancor prima di arrivare o meno alla firma del Protocollo di Intenti ANM, come se fosse una gara a chi arriva prima, sa poco di assumersi le proprie responsabilità e molto di voler scaricare sui lavoratori il loro destino” – sostiene  Colombo – La chiusura di questa vicenda, qualunque sia l’esito – aggiunge Colombo – ritengo vada illustrata su tutti i posti di lavoro, con la massima chiarezza possibile, rappresentando ai lavoratori la situazione aziendale ed il percorso che il sindacato responsabile ha inteso condividere o meno”. “Insomma  – evidenzia Colombo – la messa in sicurezza dell’azienda, per le responsabilità che riguardano il sindacato, e la salvaguardia dei livelli occupazionali non può essere scaricata sui lavoratori ma è con loro che vanno sostenute le scelte”.

Sulla vicenda interviene il consigliere regionale Francesco Moxedano “La città di Napoli soffre per una pessima gestione dei servizi: trasporti, igiene, sicurezza, politiche sociali in pratica il fallimento non riguarda solo l’Anm, ma è totale. Il disastro dell’azienda del trasporto pubblico cittadino è il frutto del pessimo lavoro del management dell’Anm e della holding dei trasporti – sottolinea Moxedano –  Gli sprechi venuti fuori in questi giorni, dalle assicurazioni d’oro alla gestione incontrollata della telefonia aziendale e chi sa quanti altri ne usciranno perché sono ancora nascosti, dimostrano che chi doveva impedire gli sprechi e cioè il management e l’amministrazione comunale, non lo hanno fatto – sottolinea Moxedano – Quello che mi sorprende è che questa amministrazione insediatasi nel 2011 aveva come obiettivo primario e come punto programmatico proprio quello di moralizzare le partecipate, ma in queste 7 anni si è fatto peggio del passato. Negli ultimi anni non si è voluto ascoltare nessuno, perché il bisogno primario era fare consensi in modo tale da ottenere la riconferma per il secondo mandato e per questo alcuni dirigenti dell’Anm furono costretti a lasciare l’azienda perché disturbava l’opera del “manovratore” con il tacito consenso dell’amministrazione comunale – evidenzia Moxedano – Intanto mentre continua il disastro, all’interno di Dema, si bada solo alla guerra tra i consiglieri che non hanno ricevuto quanto speravano in campagna elettorale e che, addirittura, viene impedito loro di lavorare per il bene della città, gli stessi consiglieri stanno pesantemente attaccando il Deus ex Macchina visto che si sono resi conto che non ha nessun potere divinatorio. Sinceramente dico basta, la città e i napoletani non meritano di assistere a questo spettacolo desolante”

Le associazioni delle piccole imprese si schierano in favore della privatizzazione dell’Anm.

“L’intervento dei privati non è il male, anzi può essere una delle soluzioni quando il pubblico non riesce a superare una fase acuta di criticità – afferma   Raffaele Marrone, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli. Il dibattito attorno al salvataggio dell’Azienda napoletana mobilità – aggiunge –, al netto delle posizioni di ciascuno, sembra essersi arrestato davanti all’idea di coinvolgere imprenditori interessati nella gestione del servizio. Un’idea che, lungi dal significare “privatizzare” i trasporti, meriterebbe forse più attenzione e un maggiore approfondimento. Evocare i privati, in una trattativa come quella per l’Anm, non significa evocare una seduta spiritica – prosegue Marrone – perché gli imprenditori sono il valore aggiunto di un territorio, e il loro contributo nei trasporti, che resterebbero chiaramente pubblici, e in altri settori spesso si è rivelato fondamentale. Mantenere una posizione di retroguardia su questi argomenti – conclude il presidente di Confapi jr – è antistorico e penalizzante. Nel caso di specie, sono certo che l’Amministrazione comunale blinderebbe con robuste clausole di salvaguardia i livelli occupazionali. Quello che migliorerebbe, e su questo non c’è dubbio alcuno, sarebbero il servizio e il grado di soddisfazione dei cittadini-utenti”.

                                                                                                                                       Ciro Crescentini

 

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