Il sindaco: “Non sono stati all’altezza della sfida, non hanno saputo garantire la sicurezza della città”

ROMA – “Non è accettabile che i vertici della sicurezza non siano stati in condizione di proteggere monumenti, negozi, turisti, la gente di Roma”. E’ furibondo il sindaco Ignazio Marino, dopo l’assalto dei tifosi del Feyenoord al centro della Capitale. Atti vandalici costati danni permanenti alla Barcaccia del Bernini scalifita, e scheggiata in vari punti. “Prefetto e questore  – dice Marino a Repubblica – non sono stati all’altezza della sfida, non hanno saputo garantire la sicurezza della città. Del resto sono mesi che parliamo di criticità”. Ecco, le criticità. Le stesse parole Marino non le pronunciò nel maggio scorso, quando il piano sicurezza andò in tilt prima della finale di Coppa Italia. E durante l’assalto ai tifosi del Napoli fuori al Ciak Village, Ciro Esposito fu raggiunto da colpi d’arma da fuoco, iniziando una lenta agonia conclusa con la morte quasi 2 mesi dopo. I familiari invocarono le dimissioni del questore e del prefetto di Roma, per cui fu avviata una petizione. Tutti hanno taciuto. Ora Marino sferza il nuovo questore D’Angelo, che respinge gli attacchi, suggerendogli “di andare su internet e guardare le immagini” dello scempio in piazza di Spagna. Ma dove era il sindaco, quando i pullman dei napoletani transitarono senza scorta nell’inferno di Tor di Quinto?

QUESTORE REPLICA AL SINDACO. “Capisco il sindaco Marino che si vede una piazza devastata, ma non condivido nella maniera più assoluta una accusa di pressapochismo e di sottovalutazione, e di interventi non efficaci di polizia e carabinieri” ha risposto il questore di Roma – meglio la sporcizia e il disordine che agire in maniera sconsiderata: sono scelte operative dettate da situazione difficili. Una delle criticità rappresentata alla polizia era che i tifosi del Feyenoord erano abituati a marciare in corteo per raggiungere lo stadio – ha detto Nicolò D’Angelo -. Autorizziamo gli olandesi al corteo fino stadio? Un eventuale contagio avrebbe innescato reazioni a catena difficilmente controllabili. Se fossimo intervenuti nella piazza con quel flusso di tifosi avremmo innescato una miccia spaventosa. Io, signori, morti non ne faccio. Non ci sono scene di massacri”.

L’OLANDA NON PAGA I DANNI. Intanto le autorità olandesi hanno fatto sapere di non avere intenzione di risarcire i danni. “L’ambasciatore olandese mi ha detto che non si sentono responsabili dell’esborso economico per riparare la fontana del Bernini. Ne prendo atto” ha detto Marino “Ho parlato a lungo con l’ambasciatore olandese e gli ho chiesto se intendessero intervenire con il pagamento dei danni: lui mi ha risposto che non ritiene che il Governo olandese possa pagare il nuovo restauro della Barcaccia”, ha specificato Marino, aggiungendo che “la buona notizia rispetto a questo chiaro e legittimo rifiuto del Governo olandese è che molte aziende italiane, istituzioni e banche da ieri sera mi hanno telefonato dicendo che sono disponibilissime a pagarne i costi”.

BARCACCIA, DANNI IRRIMEDIABILI. Intanto la Barcaccia è sfregiata in modo irrimediabile. “La mappatura delle scheggiature appena terminata ha rilevato circa 110 scalfiture”, per “un danno permanente e non recuperabile che lascia una ferita indelebile” ha dichiarato l’assessore capitolino alla Cultura, Giovanna Marinelli, annunciando che “oggi restituiamo alla città la fontana della Barcaccia”, danneggiata ieri dai tifosi del Feyenoord. “La Sovrintendenza capitolina sta ultimando, in tempi record, i lavori di ripulitura e di restauro dove possibile per permettere a tutti i cittadini e turisti di tornare ad ammirare uno dei suoi gioielli più importanti”, spiega Marinelli, assicurando che “toglieremo le transenne, poste da ieri sera per ragioni di sicurezza, così da far tornare la fontana fruibile a tutti, come deve essere il nostro immenso patrimonio di cui ciascuno deve prendersi cura”.

 (foto Ignazio Marino/Fb)

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