Corteo di protesta dalla rotonda Cinthia e sit in al Palazzo di Giustizia. Sentenza slittata al primo ottobre. Il pm ha chiesto 3 anni e 4 mesi.

NAPOLI – E’ slittata al primo ottobre la sentenza del processo al carabiniere che lo scorso settembre ha ucciso Davide Bifolco, 17 anni, al Rione Traiano. Questa mattina, si sono registrati episodi densi di tensione dentro e fuori il Tribunale di Napoli dove si svolge l’udienza del processo sull’omicidio di Davide Bifolco, il ragazzo di 17 anni ucciso da un carabiniere al Rione Traiano lo scorso settembre. Un presidio di parenti, amici di Davide Bifolco, ed aderenti ai Centri sociali è in corso in Piazza Cenni, davanti all’ ingresso del Tribunale di Napoli. Davanti all’ ingresso del Palazzo di Giustizia sono schierati agenti di Polizia.

All’inizio della mattinata, parenti e manifestanti hanno messo in atto una protesta a suon di urla e lancio di uova all’esterno del Palazzo di Giustizia. Anche in aula si sono vissuti minuti di agitazione quando il padre della vittima ha inveito contro i magistrati che, a suo dire, hanno chiesto una pena esigua per il carabiniere Giovanni Macchiarolo. Tre anni e quattro mesi di reclusione per omicidio colposo la richiesta del pm Manuela Persico Il gup Ludovica Mancini, davanti al quale si svolge il processo con rito abbreviato ha fatto allontanare dall’aula i presenti. Il processo è ripreso dopo qualche decina di minuti.

Parenti e amici del giovane Davide Bifolco, sulla cui morte ad opera di un carabiniere un anno fa si sta svolgendo il processo al Tribunale di Napoli, si sono dati appuntamento alla rotonda Cinthia nel quartiere Soccavo. Si terrà un corteo di protesta contro le decisioni della giustizia.

IL PARERE DEL LEGALE DI BIFOLCO: PROCESSO ALLE VITTIME NON AGLI IMPUTATI

L’avvocato Fabio Anselmo, legale dei familiari di Davide Bifolco, ucciso a Napoli, mentre tentava di fuggire a un posto di blocco, il 5 settembre scorso, nel corso della sua arringa, ha contrastato la ricostruzione della Procura sostenendo che non si sia trattato di omicidio colposo e ciò soprattutto sulla base delle dichiarazioni dei testimoni e sulle registrazioni delle conversazioni via radio tra la pattuglia che era intervenuta e la centrale operativa. Per l’avvocato Anselmo ”il processo è pesantemente condizionato dalla circostanza che i fatti si sono svolti al Rione Traiano dove c’è la camorra”. Fuori dall’aula vi era anche Ilaria Cucchi la sorella di Stefano Cucchi, il 31enne fermato per droga il 15 ottobre 2009, e morto in ospedale una settimana dopo. ”I familiari in casi come questi sono lasciati soli – ha detto Ilaria Cucchi – a unirci è l’unica forza che abbiamo”. ” Là dentro – ha aggiunto, indicando l’aula dove il processo per la morte di Davide si stava svolgendo a porte chiuse – si fa il processo alle vittime e non agli imputati e in questo caso parliamo di un ragazzo di 16 anni’

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